Le reti di De Jong e Oyarzabal (su rigore) fissano l'1-1 nei tempi regolamentari. Poi risulta decisivo Ter Stegen, che para due tiri dagli undici metri prima del tiro decisivo di Riqui Puig
Barcellona avanti all'ultimo respiro. Per stabilire la prima finalista della Supercoppa spagnola servono 120' e dieci tiri dagli undici metri, al termine dei quali a far festa sono i Blaugrana. Barça e Real Sociedad danno vita a una battaglia equilibratissima a Cordoba, dove la Real Sociedad si conferma squadra solida e ricca di talento. Complice l'assenza forzata di Messi (bloccato da un problema muscolare alla coscia), il Barça suda sette camicie, ma riesce a spuntarla ai calci di rigore grazie ai centri di Dembélé, Pjanic e Riqui Puig, ma soprattutto per merito delle parate di Ter Stegen, che blocca i tiri di Bautista e Oyarzabal. Finisce 4-3 per la banda di Koeman, che adesso attende la vincente di Real Madrid-Athletic per la sfida decisiva di domenica sera.
L'ANNIVERSARIO
—Il Barça torna a giocarsi la Supercoppa a un anno esatto dall'esonero di Valverde dopo l'eliminazione per mano dell'Atletico. Quel giorno inaugurò un anno turbolento, segnato dalla parentesi Setién, dalle delusioni sportive e dai terremoti societari fino all'addio di Bartomeu e ai sogni di addio di Messi. Koeman, che non è certo partito in modo esaltante, arrivava alla sua prima sfida decisiva nel miglior momento, dopo tre vittorie convincenti di fila. Certo, l'improvviso forfait di Messi ha stravolto non poco i piani del tecnico olandese, limitando un Barça che proprio da qualche settimana aveva ritrovato la Pulce nella sua miglior versione.
BOTTA E RISPOSTA
—Questo contribuisce senz'altro a spiegare perché l'undici del tecnico olandese abbia vacillato a lungo. I catalani sono riusciti a superare l'esame piegando un avversario che ha tenuto le redini del gioco per lunghi tratti, salvo scontrarsi con i riflessi di Ter Stegen. Il portiere tedesco ha chiuso ogni spiffero vincendo il personale duello con Isak. I Blaugrana al contrario sono stati solo lontani parenti di quelli visti nelle ultime tre uscite di Liga, limitandosi a svolgere il compitino senza mai un cambio di marcia o uno strappo. Il compito di accendere la luce è ricaduto interamente sulle spalle di Dembélé, colpevole però di troppe pause e scelte sbagliate al momento di finalizzare la giocata. A fare breccia nella difesa basca è stato così De Jong, bravo a trovare il tempo giusto per l'inserimento al 39' prima di freddare Remiro di testa. Peccato che al 50' l'olandese sia incappato in un goffo fallo di mano in area che ha permesso a Oyarzabal di pareggiare i conti.
AVANTI DI RIGORE
—Il pareggio basco è stata l'autentica sveglia per il Barça, che da quel momento ha alzato i giri del motore guadagnando metri e occasioni. Da Griezmann e Dembélé fino a Pedri, i tentativi verso i pali difesi da Remiro si sono moltiplicati con il passare dei minuti a dispetto di un pressing avversario che si è mantenuto sempre su ritmi altissimi. Contenuta la sfuriata blaugrana, la Real Sociedad ha ripreso a mordere le caviglie mantenendo il baricentro alto anche quando si sono resi necessari i tempi supplementari. Nella mezzora aggiuntiva una sorta di festival degli sprechi, due per parte: Dembélé e Griezmann a un metro da Remiro, Oyarzabal e Januzaj per i baschi, che al 119' hanno colto anche un legno su calcio piazzato. Inevitabile così la decisione dagli undici metri, dove due parate di Ter Stegen e le reti di Dembélé, Pjanic e Riqui Puig spediscono in paradiso il Barça.
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