Il terzogenito di Diego Pablo ha esordito (e segnato) nell’Atletico B, Segunda B spagnola. L'altro argentino, figlio dell'omonimo padre, ha deciso la gara per il Navalcarnero, stessa serie
La vita dei figli d’arte nel mondo del calcio è spesso peculiare, raramente facile. Dipende dai genitori, dalle carriere che hanno fatto, dalle aspettative che tramandano ai figli. Diego Pablo Simeone è stato un mito della pelota, in Argentina, in Italia e in Spagna. Poi è diventato il guru della panchina dell’Atletico Madrid.
Il Cholito e Gianluca
Simeone ha tre figli maschi i cui nomi iniziano tutti con la 'g' e, per dire, il primogenito, che poi è anche il più forte per ora, l’hanno subito chiamato ‘cholito’. Uno zaino pesante che Giovanni sta portando con apparente disinvoltura, muovendosi bene in Serie A e affacciandosi alla nazionale argentina con la quale suo padre giocò più di 100 partite. Per suo fratello Gianluca le cose sono più complicate: la cantera del River, poi l’approdo in Italia al Frosinone, la parentesi cilena, la Spagna minore. Ora è a Ibiza, lontano dal grande calcio.
Ecco Giuliano
Ieri per la prima volta si è preso diversi titoli il terzogenito Giuliano. Ha 18 anni, è nato nel dicembre del 2002, e lo scorso settembre ha firmato il suo primo contratto da professionista con l’Atletico. Che l’ha piazzato nella cantera. Ieri Giuliano ha debuttato con l’Atletico B, che fatica da morire nel Gruppo V della Segunda B spagnola, la terza serie. Penultimo in classifica, una vittoria alla prima giornata e poi più nulla. Nella partita con la Poblense, squadra dell’isola di Maiorca, il piccolo Simeone è entrato in campo e con un bel destro incrociato ha anche segnato, in una partita finita 1-1. Ottimo debutto e fari puntati sul figlio d’arte.
Eroe del Navalcarnero
Sempre ieri, nella periferia di Madrid, si consumava una bella storia di coppa. Il Navalcarnero, terzo in Liga nello stesso girone dell’Atletico B, ha battuto 3-1 l’Eibar, quindicesimo in Liga e che il 29 dicembre ha pareggiato al Camp Nou, conquistando gli ottavi di finale. Due dei gol sono stati segnati da Juan Esnaider, erede del padre con lo stesso nome. Altro argentino, anche lui nazionale (seppur per poco) e con alle spalle un’ottima carriera, non fulgida come quella di Simeone ma comunque ben spesa tra Real Madrid, Saragozza , Atletico, Espanyol, Juventus, Porto e River Plate.
Partita storica
Il piccolo Juan è nato nel gennaio del 1992 a Madrid, dove papà era arrivato sei mesi prima dopo un grande Mondiale Under 20. Era ancora nella cantera blanca, pronto a passare in prima squadra. Ha 28 anni, fa l’attaccante e dopo essere passato dalla cantera del Madrid e da quella del Villarreal e aver debuttato in B col Saragozza ha girato mezza Spagna (con breve parentesi svizzera a Losanna) giocando abbastanza e segnando poco alla periferia del grande calcio. Nel 2018 è arrivato al Navalcarnero, squadra di un municipio da 30.000 abitanti della grande Madrid, zona sud della capitale. Ieri all’Estadio Municipal Mariano Gonzalez c’era anche un po’ di pubblico a godersi la storica partita, che proietta il piccolo Navalcarnero dove non è mai arrivato.
Il fratellino
Juan Esnaider senior, che al momento vive in Argentina godendosi la vita dopo alcune esperienze in panchina, Getafe compreso, quando giocava la Copa del Rey l’ha vinta, col Saragozza, doppiando poi quel successo con il trionfo in Coppa delle Coppe: nella finale contro l’Arsenal al Parc des Princes parigino segnò anche un gol. Juan junior non arriverà mai a quel livello, ma si accontenta di ciò che ha e per il momento, salvo ulteriori sorprese, ha messo la firma sulla partita più importante del Navalcarnero. Con lui gioca anche il fratellino Facundo, nato nel novembre del 2001 a Oporto. Per lui qualche speranza in più di arrivare in alto. Le stesse che ha il terzo dei Simeone. Il tempo ci dirà dove potranno arrivare.
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