L'attaccante dell'Athletic ha segnato il gol allo scadere in Supercoppa. Nei supplementari è riuscito a far espellere Messi dopo 753 partite. E poi ha suonato la tromba...
Che notte, quella notte. Entri nel finale, i tuoi sono sotto di un gol. Trovi il pareggio al novantesimo con una zampata disperata. Lotti come sai fare tu. Con il cuore, e un minimo di furbizia. Nei supplementari sei spesso per terra, a guadagnare secondi perché il tuo compagno Williams vi ha portato in vantaggio. Il Barcellona scalpita, ma tu sei il Bufalo e non ti spaventi. Perdi tempo, e poi, a un passo dal traguardo, cerchi di dare una mano, tu attaccante d’area, a limitare Messi. Lo abbracci, lo tiri per la maglia, gli stai addosso. Fino a che la frustrazione tracima: Leo sbraccia, ti da una manata. L’arbitro non se ne accorge, il Var si, e porta il primo cartellino rosso in 753 partite di Messi col Barcellona. Poi ecco la fine. Apoteosi, l’Athletic ha vinto la Supercoppa battendo Real Madrid e Barcellona. Bisogna festeggiare come si deve, e tu sei pronto: vai a prendere la tromba d’argento che ti eri portato nella borsa da Bilbao, aspetti che i compagni facciano un circolo attorno a te e inizi a suonare, li in mezzo al campo. Un coro che è diventato inno. Un inno alla felicità, incontenibile, un’immagine che resterà per sempre nella storia di un club unico e glorioso.
IL BUFALO DI GUERNICA
—Asier Villalibre ha 23 anni. È arrivato a Lezama, la mitica cantera dell’Athletic, quando ne aveva 12. “Ero cresciuto prima degli altri, ero più grosso di compagni ed avversari e siccome caricavo contro gli avversari il mio allenatore di allora, Txus, mi ha chiamato ‘Il bufalo’. E il nome è rimasto li. No che non mi dispiace, anzi”, ha raccontato Villalibre, noto appunto come ‘Il Bufalo di Guernica’, dove è nato. A Lezama ha fatto tutta la trafila, segnando sempre tanto. Però il salto in prima squadra è stato laborioso, faticoso, pieno d’ostacoli. È arrivato l’anno scorso, quando comunque era il quinto attaccante dietro a Williams, Raul Garcia, Aduritz e Kodro. Il ‘Bufalo’ non ha fiatato. Gioca ancora poco, ed è arrivato a 23 anni. Però il suo spirito di appartenenza, il suo amore sincero per il club fanno sì che la cosa non sia un problema. Poteva finire al Barça B ma alla fine ha preferito restare dove è nato e cresciuto. Ha avuto ragione: si sarebbe perso un pezzo di storia dell’Athletic. Dove sono i suoi amici, come Vesga, Dani Garcia, Balenziaga, Lekue e De Marcos coi quali suona in un gruppo chiamato ‘Orsai’ il fuorigioco nel linguaggio calcistico spagnolo. Villalibre è anche il cantante, “Anche se non so cantare”. Agli amici piaceva la sua immagine, il suo barbone folto, lo consideravano l’immagine perfetta per gli ‘Orsai’. Lui ha accettato, e così alterna la voce alla tromba. Come ha fatto ieri sera a Siviglia contro il Barça: ha cantato il gol che ha portato l’Athletic ai supplementari, poi una volta conquistata la coppa è passato alla tromba. Che notte, quella notte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA