Coi nuovi paletti post Covid colpite soprattutto le big: tagli per più del 40% in casa blaugrana, Real e Atletico sul 30%. Cresce solo il Siviglia
La Liga ha presentato il nuovo prospetto di salary cap per la stagione 20-21, e gli effetti della crisi sono decisamente evidenti. Da qualche anno l’organismo che organizza il campionato spagnolo impone un tetto salariale ai 42 club che partecipano a Liga e Segunda, una cifra stabilita tenendo in conto incassi e spese previste. Il 2020 è l’anno del Covid, e i club più grandi sono stati colpiti in maniera pensate, con perdite negli introiti stagionali che per Real Madrid e Barcellona possono essere quantificate nell’ordine dei 250-300 milioni di euro. La cosa ha ovviamente obbligato la Liga a riformulare i limiti salariali, e il confronto con gli ultimi anni per i due grandi club spagnoli è assai doloroso.
Crisi blaugrana
—Il Barcellona rispetto alla stagione 19-20 passa da 671,4 milioni di euro a 382,7, una riduzione del 43% del monte salari concesso dalla Liga. Per questo i catalani hanno svenduto o regalato giocatori dallo stipendio pesante come Luis Suarez, Ivan Rakitic e Arturo Vidal, e, soprattutto, per questo i dirigenti ad interim del Barça stanno cercando di trovare un difficilissimo accordo con la rosa per la riduzione dei salari: il club deve ridurre di 190 milioni di euro il costo della rosa della prima squadra, e deve farlo ora. La trattativa finora non è andata a buon fine e al momento è stata aggiornata, ma il tempo stringe.
Madrid in testa
—Per anni il Barcellona ha guidato la lista del monte stipendi della Liga, primato che ora ha lasciato al Madrid, che è passato in un anno da 641 a 468,5 milioni, una riduzione del 27%, ma la Casa Blanca ora può investire in stipendi 85,8 milioni più del grande rivale catalano, mentre solo un anno fa aveva a disposizione 30,4 milioni in meno. Un taglio necessario simile a quello imposto all’Atletico Madrid, che perde il 28% passando da 348,5 a 252,7.
Siviglia ok, Valencia no
—Resta intatto il potere salariale della quarta forza spagnola, il Siviglia, che è addirittura cresciuto passando da 185,1 a 185,7 milioni. Per il Valencia è necessario un ribasso del 40% (da 170,6 a 103,4), e per questo il club di Peter Lim ha ceduto Parejo, Coquelin, Ferran Torres e Kondgobia, tra gli altri.
I grandi club colpiti
—Ci sono club che sono in controtendenza, perché come ricordava il presidente della Liga Javier Tebas nella presentazione di conti, “La crisi non colpisce in maniera uguale i diversi club. Si accanisce di più con i club grandi perché hanno incassi derivanti dal ticketing decisamente maggiori, e meno con quelli i cui introiti dipendono in maniera significativa dai diritti tv”.
Effetto Europa League
—E poi c’è l’Europa: abbiamo parlato del Siviglia, tornato in Champions, ma ha un effetto molto positivo sui conti anche l’Europa League. Le tre squadre della Liga che giocano la competizione europea hanno tutte aumentato il proprio potere salariale: il Villarreal passa da 108,5 a 145,2 milioni, la Real Sociedad da 81,1 a 100,8, il Granada da 35,4 a 56,4.
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