Dopo il Manchester City il talento di Leroy tra infortuni e incomprensioni pareva perso, il nuovo tecnico gli ha cambiato fascia e con lui usa le buone maniere più che le critiche. E i risultati sono ottimi

Come Re Mida. Forse perfino meglio, perché il suo tocco d'oro non ha controindicazioni. Julian Nagelsmann ha trasformato anche Leroy Sané. Finalmente anche il classe 1996 ex Schalke e City rende. Di più: incanta. Con accelerazioni, giocate, assist, e, nell'ultima di campionato, anche con una punizione perfetta trasformata in gol (o in oro, appunto). E pensare che alla prima del Bayern in casa con il pubblico dopo oltre un anno, i tifosi lo avevano fischiato.

LA STORIA

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Sané (uno dei tanti gioielli cresciuto nel settore giovanile dello Schalke) viene da sempre considerato un talento del calcio tedesco. Nella stagione 2014-15, al suo esordio in Champions League, negli ottavi di finale contro il Real di Ancelotti, segnò al Bernabeu battendo Casillas con un bellissimo tiro a giro. Talento evidente, carattere difficile. Nella finale del campionato juniores, ancora minorenne, venne sostituito dopo pochi minuti perché sceso in campo con atteggiamento indolente. La sua reazione a caldo fu quella di minacciare di smettere di giocare a calcio.

SBIADITO

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Nel 2018, quando era già passato al City di Guardiola, venne, sorprendentemente, lasciato a casa ai Mondiali del 2018: si disse non fosse indigesto ai veterani dello spogliatoio. Dopo la rottura del legamento crociato destro non sembrava più avere quello spunto, quella vivacità, che lo hanno sempre contraddistinto. Il pubblico bavarese, come detto, lo ha anche fischiato, e, poche settimane fa, i media tedeschi avevano perfino ipotizzato che Nagelsmann avesse sconsigliato a Flick di convocarlo in nazionale.

RINASCITA

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"Bugie", ha tuonato Nagelsmann. E Sané è improvvisamente risbocciato. Spostato sulla fascia sinistra, in questa stagione è già a quota 3 gol e 5 assist. "Tutti preferiscono essere apprezzati che criticati - ha commentato Nagelsmann -. Specie quando le cose non vanno si vorrebbe esser lasciati in pace". E infatti ora Sané brilla. "So che Nagelsmann ha parlato del cambio di fascia anche con Flick - ha svelato Leroy -. Per il momento le cose vanno bene, sono soddisfatto". Ma non è la prima volta che Nagelsmann riesce a rimotivare i suoi calciatori.

PRECEDENTI

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L'esempio più famoso è quello di Timo Werner: nel 2019 era stato accostato al Bayern. Nagelsmann, che si era appena trasferito al Lipsia, lo convinse a restare. Una sola stagione insieme, 45 partite totali. Nelle quali Werner ha totalizzato 34 gol. In tutta la carriera non è mai andato oltre le 21 reti. Toccato da Nagelsmann però Werner è diventato d'oro, tanto che il Chelsea per prenderlo lo ha pagato 60 milioni di euro. Di esempi però ce ne sono tanti: nei singoli (Nico Schulz, preso dal Gladbach per soli 3 milioni di euro, fece talmente bene con Nagelsmann che il Dortmund decise di pagarlo 25,5), ma anche con le squadre. Nagelsmann, che ha cominciato a lavorare in Bundesliga a 28 anni, ha prima salvato l'Hoffenheim, portandolo poi ai preliminari di Champions (persi con il Liverpool di Klopp) e infine fino alla fase a gironi della massima competizione europea. Livelli mai più raggiunti dal club. Col Lipsia, in due anni, è arrivato terzo e secondo. Andato via lui la squadra ha conquistato appena 4 punti in 5 partite: è la peggior partenza di sempre. Perché senza il tocco di Re Mida, club e giocatori non sono più d'oro.

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