Il difensore della Juve a L'Equipe: "Ho ancora voglia di vivere emozioni, giocare grandi partite, mettermi in discussione"
Non passa il tempo per Giorgio Chiellini, “versione 3.0”, rilanciatosi grazie a un Europeo vinto da protagonista, da leader come sempre nella Juventus con cui punta a nuovi traguardi, nonostante l'età. Lo spiega il 37enne bianconero in una lunga intervista all'Equipe, parlando di Nazionale, Juventus e di eredi: De Ligt e Marquinhos.
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—“Mentalmente – racconta il difensore – l'Europeo è stato molto esigente, ma mi ha pure ricaricato in modo incredibile. Ho ancora voglia di vivere emozioni, giocare grandi partite, di mettermi in discussione”. Insomma, volontà inossidabile e capacità di adattamento: “Passo al Chiellini 3.0 – scherza l'azzurro –, a 37 anni devo passare a una nuova versione, ma cerco ancora qualche aggiornamento”.
Il PAZZO
—Più facile dopo la vittoria all'Europeo che nessuno si aspettava, dopo la mancata qualificazione al Mondiale del 2018. Nessuno tranne uno: “L'unico pazzo a crederci era Roberto Mancini, ma prima dell'Europeo, venendo da più di 30 partite senza sconfitte, anch'io avevo fiducia. Poi serve anche un po' di fortuna”. Oltre che qualità e fedeltà alla tradizione: “Cerchiamo ormai di controllare il gioco, senza snaturarci. Abbiamo comunque difeso a undici con un senso di sacrificio collettivo, a cominciare dagli attaccanti”.
EREDI
—E se Chiellini esprime rammarico per la tendenza dei colleghi a non metterla più sul piano fisico, nei duelli con gli attaccanti, il bianconero ha già individuato comunque un paio di possibili successori: “De Ligt può diventare uno dei migliori al mondo, è giovane, intelligente, con qualità sopra la media. E poi c'è Marquinhos, un giocatore totale, un vero leader. Mai avrei pensato diventasse un centrale così forte, perché era tutto magrolino ai tempi della Roma. Di lui si parla troppo poco”.
CR7
—Magari il bianconero lo sfiderà in Champions: “Intanto me la vedo con Thiago Silva, poi vedremo. E' chiaro però che è importante qualificarci per gli ottavi. E da lì in poi inizia un'altra competizione”. Senza Ronaldo: “Vanno trovati altri equilibri, senza aver tempo. Cristiano non possiamo sostituirlo, ma come successo con Pirlo o Buffon, va trovato il modo per colmarne l'assenza, con altri giocatori con caratteristiche diverse”. Lo stesso impasto lo deve trovare il Psg delle stelle: “Una squadra da playstation, ma se trovano il modo di mettere da parte gli interessi individuali, a vantaggio di quelli collettivi, sacrificandosi per un obiettivo condiviso, allora non potranno che vincere. Ma non è mai così semplice”.
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