Il britannico, quarto uomo in Premier: “La gente sa che sono gay e lo accetta. Molti non escono allo scoperto perché temono che rovini la carriera, ma non è così”
Quarto uomo in Premier League, arbitro in Championship, l’inglese James Adcock ha scelto la giornata del Coming out per rivelare: “La gente sa che sono gay e lo accetta: sono fortunato per questo”. Oltre 500 partite arbitrate in carriera, il 37enne ha seguito una carriera che l’ha portato dal livello amatoriale fino ai vertici e ha raccontato la sua esperienza al podcast sportivo Lgbt della Bbc. Figlio di un arbitro, insegnante di educazione fisica, Adcock ha trovato la sua strada nel calcio: “Tutta la mia vita è ruotata intorno allo sport e al fitness. Ho cominciato per seguire le orme di mio padre”.
Quarto uomo
—Dal 2016 è Select Group 2 dell’Efl, diventando arbitro a tempo pieno, oltreché quarto uomo in Premier League. Da bambino degli anni ‘80 e ‘90, Adcock era abituato a sentire le stesse frasi: le persone che amavano lo sport non potevano essere anche gay. Alla fine è uscito allo scoperto a 27 anni, ma le sue esperienze nel calcio sono state solo positive. “Ora tutti i miei colleghi lo sanno. C’è stato interesse, c’è stato chi mi ha detto: sono orgoglioso di te James, che sei in grado di essere apertamente gay nello sport, perché sanno che ci sono ancora barriere da abbattere. Ma non sono mai stato vittima di insulti omofobici”.
La sfida
—Dopo Ryan Atkin, che aveva fatto coming out nel 2017, Adcock è l’arbitro inglese di più alto livello a parlare pubblicamente della sua sessualità, ora sta cercando di aiutare chi potrebbe trovarsi in una situazione simile. “Molti arbitri pensano di non poter uscire allo scoperto perché potrebbe influenzare la carriera - ha dichiarato - Ma non sei giudicato dalla tua sessualità e se sei abbastanza sicuro di te stesso, avrai tutto il sostegno di ogni collega e non ti influenzerà. Dichiararsi gay o non dichiararsi gay è una scelta che devi fare come persona, non come arbitro”. Dopo qualche problema fisico, Adcock è tornato ad arbitrare in Championship e spera che parlare pubblicamente della sua sessualità non cambierà il modo in cui viene visto quando scenderà in campo per una partita della Football League. “Trattami come tratteresti chiunque altro - ha detto - Sei lì come tifoso, giocatore o allenatore e mi giudichi sulle mie prestazioni. Questo è ciò su cui vengo giudicato. Non arbitro perché sono gay, ma solo perché sono arbitro: trattami come un normale essere umano”.
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