Rotonda, netta e importante. il Foggia Calcio batte 3-0 la Paganese dell’ex Grassadonia e si porta al quinto posto (a sei punti dalla vetta e a due dal secondo posto) la squadra Zeman. Il tecnico di Praga nel prepartita aveva ricevuto dalle mani del presidente Canonico una targa per le mille panchine nel campionato Italiano. Traguardo festeggiato in grande stile, anche per merito del gol di Ferrante che tatticamente è la chiave dello sblocco della partita. La doppietta di Curcio (uno su rigore) è la conseguenza di un gioco zemaniano finalmente con spazi e metri di profondità a disposizione.
CENTROCAMPO E SCINTILLE – Il Foggia, in pieno rinnovamento (dopo la partita di coppa persa in casa con l’Andria 2-3) cambia molto in mediana. Il play è Maselli, con Garofalo (autore di una doppietta con l’Andria) a destra e il confermato Gallo a sinistra. In panchina Rocca e Petermann. In attacco è Tuzzo la sorpresa a destra a completare il tridente con Curcio e Ferrante. Grassadonia, invece, disegna un 4-3-3 con le ali d’attacco molto larghe a sfruttare spazi nelle maglie della difesa allargate, con sovrapposizioni dei terzini e inserimenti dei centrocampisti. Un atteggiamento tattico che consente alla Paganese di tenere ad inizio gara il Foggia lontano dalla propria metà campo. Zeman risponde con un’attenzione particolare al play Tissone, sul quale Maselli, avanza per tamponare e con le mezzeali Gallo e Garofalo in marcatura sugli omologhi avversari in fase di non possesso. Il 4-3-3 in alcuni momenti diventa un 4-2-1-3, con il vertice di centrocampo rivolto verso l’attacco. La gara si gioca soprattutto sui duelli nella zona centrale del campo.
UNO DUE FOGGIA CALCIO – Con il passare del tempo, il Foggia acquista qualche metro ma non entra in area di rigore se non sulle vie esterne, prima con Curcio e poi con Marino, che da sinistra arrivano sul fondo per mettere al centro cross che non incontrano la deviazione di un compagno. Segnali, comunque, di una crescente propositività offensiva della squadra di Zeman che la sblocca al 34′. Un’importante novità per i rossoneri che nelle ultime sei partite per ben cinque volte avevano subito il gol avversario per poi essere costretti a rimontare nella ripresa (eccezione fa la gara con il Monopoli). L’azione è bella, il tiro ancora di più. Lancio in profondità arpionato da Garattoni, palla a Ferrante che batte con un tiro potente e ben indirizzato il portiere avversario. Sull’onda del vantaggio arriva anche il secondo gol, ma questa volta su calcio di rigore. Al 42′ Curcio tenta il tiro al volo, su palla respinta goffamente da uno dei centrali. L’altro completa l’opera toccando di mano in area e cagionando il penalty. Dal dischetto lo stesso Curcio realizza, ma con un brivido che fa trattenere il respiro al pubblico (3480 spettatori, di cui 2602 abbonati e 878 paganti). Il portiere, infatti, intuisce e sembra tenere lì la palla, che però sfugge dai guantoni e termina in rete. Gol, raddoppio e fantasmi del rigore sbagliato con l’Andria… a farsi benedire.
IN DISCESA – All’inizio del secondo tempo subito due cambi per Zeman. Girasole e Merkaj rilevano Di Pasquale (qualche problema fisico per lui) e Ferrante. Al 16′ s.t. Il Foggia segna il terzo gol. Bella azione in velocità sulla corsia di sinistra, con apertura di Merkaj per l’inserimento di Tuzzo, il cui tiro rasoterra è toccato a malapena dal portiere, la palla resta sulla linea di porta e Curcio appoggia in rete. Poco dopo è Garofalo a mandare di poco a lato. Nel pieno del recupero Merkaj prova il tiro dal limite ma la traiettoria è centrale. Questo è l’ultimo vero brivido prima del triplice fischio.