Dalle tre auto di lusso in un giorno all’esperienza al Barcellona, l’ex rossonero si racconta: “Se porto il Monza in serie A invento un nuovo balletto”. Ma quella volta in campo con la Pulce...

Il talento mortifica chi non ne ha (così tanto). Non è semplice confrontarsi con i migliori, accettare la semplice verità dei fatti (così bravo non sarò mai) senza cadere nella tentazione dell’invidia (è più bravo, ma...). Lo sa bene Kevin Prince Boateng, di recente tornato in Italia con la maglia del Monza. Nella lunga carriera il 33enne tedesco di origine ghanese ha vinto uno scudetto e una Supercoppa con il Milan, un altro titolo con il Barcellona, una coppa di Germania con l’Eintracht. Eppure... “allenarmi con Messi mi ha lasciato senza parole: avevo sempre detto che Cristiano Ronaldo era il più forte del mondo, ma Messi è un’altra cosa, non è normale. Mi allenavo con lui e, per la prima volta nella mia carriera, mi sentivo scarso: faceva delle robe incredibili, mi veniva voglia di dire: lascio perdere, smetto di giocare”.

Il rimpianto

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E ora che a 33 anni è tornato alla reggia del suo ex presidente in rossonero, Boateng - ospite della prima puntata di “Linea Diletta” su Dazn - ripensa agli inizi, a quando era nel Tottenham e comprò tre auto di lusso in un giorno solo: “Dietro c’era tanto dolore. Cercavo di comprare la felicità. Non ero contento, non giocavo, non stavo bene e allora cercavo altro”. E se poi la sua carriera è stata ricca di successi e soddisfazioni, riconosce: “Cambierei quella parte del mio passato: spesso mi sono affidato solo al mio talento e, col talento che ho, senza essere arrogante, avrei potuto fare molto di più. Anche se ho fatto comunque una bella carriera”. Senza dimenticare il periodo nero del 2010: “Dopo il fallo su Ballack che lo costrinse a saltare il Mondiale, io e la mia famiglia abbiamo ricevuto critiche, insulti, minacce: è stato un momento davvero buio, ho pensato anche di smettere di giocare perché non volevo vivere tutto questo. Però quell’esperienza mi ha fatto crescere”.

Il razzismo

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Dice Boateng di sentirsi molto italiano, al di là dei campionati giocati con le maglie del Milan, Sassuolo, Fiorentina. E italiana è anche la moglie, Melissa Satta. Ora la nuova sfida sarà portare in serie A il Monza: “Se succederà, mi invento un nuovo ballo per festeggiare. A Monza ho rispetto per i miei compagni, loro mi rispettano. Io porto esperienza, certo tanti ragazzi mi dicono che hanno impressione a vedermi nello spogliatoio: ma questo li aiuta a crescere, avere campioni in spogliatoio ha aiutato anche me quando ero ragazzo”. Ma il 33enne tedesco di origine ghanese ricorda anche come alcune cose, come il razzismo, non siano migliorate negli anni. ”Nel 2013 dicevo: spero che i bambini tra qualche anno non sappiano cosa significa razzismo. E invece purtroppo se ne sente parlare più oggi di ieri”.

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