A Clairefontaine, lo riporta l'Equipe, si mise tutto a tacere con un semplice licenziamento. Ma l'allenatore ha continuato ad allenare a contatto con i ragazzini fino alla scorsa estate...

Alessandro Grandesso @grandesso

Non c'è pace alla Federcalcio francese, campione del Mondo in carica. Dopo i litigi che hanno scosso la nazionale femminile e vari conflitti tra dirigenti, emerge un caso di aggressione sessuale da parte di un ex allenatore delle giovanili del centro di formazione. Lo stesso che prepara i futuri campioni alla Mbappé. A Clairefontaine, la Coverciano di Francia, però si mise tutto a tacere con un semplice licenziamento. Ma il tecnico, ormai finito sotto inchiesta preliminare per "aggressione sessuale su minore", ha continuato ad allenare a contatto di ragazzini fino alla scorsa estate, grazie al suo tesserino federale sempre valido. I fatti sono riportati a galla dall'Equipe.

DOCCIA

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Fatti che rimontano al 2012, quando l'allenatore venne segnalato per una serie di comportamenti non appropriati. A far scattare la procedura di licenziamento fu un Sms a carattere “amoroso” inviato a un giocatore adolescente, invitandolo tra l'altro a pranzo da solo. Fu sufficiente per decidere di allontanare il tecnico. L'Equipe, dopo aver intervistato altri ragazzi formati a Clairefontaine, spiega come all'epoca, la vittima fosse assediata da quell'allenatore che un giorno entrò nella camera del ragazzo pretendendo di guardarlo mentre faceva la doccia. Gli Sms, secondo l'uomo a sua volta intervistato dal quotidiano, erano solo "messaggi affettuosi", e pure l'episodio della doccia, un malinteso: “Lo avevo accompagnato in stanza perché era infortunato e in stampelle. Gli aprii la porta del bagno ma poi me ne andai”.

PELI

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Il tecnico fu licenziato in tronco, ma la Federazione non gli impedì di continuare a lavorare. E neppure i genitori del ragazzo sporsero denuncia, per timore di comprometterne la possibile futura carriera del figlio. Il tecnico fu quindi ingaggiato nel 2016 in un club della Drome, nel sud del Paese, da dove fu allontanato due anni dopo. E non solo perché aveva avviato una attività di agente di giovani promesse, ma anche perché, da responsabile dell'Under 15 locale, imponeva ai ragazzi di mostrargli i peli pubici “per sapere a che punto fossero della crescita e eventualmente prevenire infortuni”. “Era tutto concordato con i dirigenti”, dice il tecnico indagato. Ma il club lo allontanò perché al responsabile della struttura erano stati segnalati pure abbracci troppo affettuosi con un altro giovane.

IMMAGINE

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Nel 2019, all'ex allenatore del centro federale, era stata affidata la guida di una squadra U15 in Ardeche, un dipartimento limitrofo, dove però è stato sospeso ad agosto perché nei suoi confronti è stata avviata un'indagine preliminare per “aggressione sessuale su minore”, scattata dopo la segnalazione al numero verde “Allo Enfance en Danger” (Pronto, infanzia in pericolo). La Federcalcio, - che tra l'altro nei giorni scorsi ha avviato una collaborazione con una società di comunicazione “per migliorare la propria immagine” dopo i litigi esplosi ai vertici dirigenziali e nella nazionale femminile -, precisa che dopo il licenziamento del 2012 non denunciò i fatti perché “non sussistevano elementi penali, e la mancanza di una condanna definitiva impedì una sospensione della licenza”. L'allenatore così continuò indisturbato la sua carriera, senza neppure essere segnalato: “Quando ho scoperto che allenava ancora dei ragazzini – spiega invece l'ex direttore del centro di formazione di Clairefontaine -, mi è sembrata una cosa deplorevole che la lega locale non fosse stata avvertita dalla Federazione”.

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