Dopo il botta e risposta tra Borja Iglesias e Hugo Duro nel primo tempo, si arriva ai rigori. Nella serie decisiva sbaglia solo il giovane centrocampista americano Musah
Oltre 120’ di battaglia e 10 rigori per la festa finale con accento andaluso. Ad aggiudicarsi la 120a edizione della Coppa del Re è il Betis, vittorioso dagli undici metri dopo l’1-1 dei tempi regolamentari firmato dalle reti di Borja Iglesias (capocannoniere di coppa con 5 centri) e Hugo Duro. Sfida piena di emozioni e occasioni a La Cartuja, con gli andalusi che colgono un palo per tempo e falliscono diverse occasioni clamorose. Alla fine di una serata memorabile decide l’errore di Musah, che vale il terzo trionfo per i biancoverdi dopo i titoli del ’77 e del 2005. Trionfo dal sapore speciale per l’ex viola Joaquin, che all’alba dei 41 anni diventa il primo giocatore nella storia del Betis a vincere due trofei.
EQUILIBRIO
—A giocarsi il trofeo due squadre umorali e abituate a imporre il proprio gioco, gli andalusi con una marcata propensione offensiva e il Valencia al solito concentrato su difesa e ripartenze. Il copione della sfida ricalca quanto previsto sin dalle prime battute, con un Betis aggressivo e abile nel giro palla senza alla ricerca di un varco utile. Gli ospiti tuttavia non possono evitare la prima zampata della serata, Borja Iglesias, bravo a firmare il vantaggio betico con un perfetto colpo di testa da due passi su cross con il contagiri di Bellerin. Le corsie laterali, tanto a destra quanto a sinistra, si rivelano le armi vincenti per un Betis che trova facilmente lo spazio per provare a graffiare. Per contro, il Valencia impiega quasi mezz’ora per entrare in partita, ma quando ci riesce il Betis va in affanno.
IELLA ANDALUSA
—A cambiare l’inerzia della sfida, che diventa un appassionante scambio di colpi senza pause con costanti ribaltoni, è il pareggio improvviso trovato dal Valencia al 30’, merito di un rapido ribaltone ispirato da Moriba e concretizzato da un delizioso cucchiaio di Hugo Duro sull’uscita bassa di Bravo. Da lì in poi, una battaglia senza esclusioni di colpi: gli andalusi si riaffacciano dalle parti di Mamardashvili centrando un legno con una gran tiro dal limite di Canales, poi Moriba e Hugo Duro creano brividi a Bravo prima che Juanmi e Canales sprechino due ghiotte occasioni da posizione favorevole. Il Betis vive di fiammate grazie alle giocate ispirate di Fekir e Canales, con un Borja Iglesias indemoniato a fare a spallate tra i centrali rivali o ad arretrare per offrire sponde e appoggi. Il Valencia invece cambia pelle con il passare dei minuti, alza il baricentro e dimostra di saper anche gestire il pallino del gioco, ma a sfiorare il vantaggio è ancora il Betis, che al 78’ centra ancora il palo con un gran destro di Juanmi. All’80’ esplode la rabbia del popolo biancoverde per un presunto fallo da rigore su Fekir, che 60’’ dopo si divora incredibilmente il gol vittoria tutto solo a un paio di metri da Mamardashvili.
FESTA DI RIGORE
—Dopo due legni, un rigore reclamato e due enormi salvataggi del portiere valenciano, il Betis deve rassegnarsi ai supplementari con una esigua riserva di energie. Serbatoio esaurito anche per il Valencia, che si affida a sporadici contropiede. Pellegrini invece ci prova fino all’ultimo istante inserendo Joaquin, Guardado, Willian José, Tello e Ruibal, tutti giocatori offensivi per evitare i tiri dagli undici metri. Ma la trincea valenciana regge e i rigori diventano inevitabili. Per il Betis segnano tutti, mentre per il Valencia fallisce Musha, che spara alto e consente a Miranda di siglare il rigore del trionfo.
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