Essere padroni del proprio destino in Inghilterra è una idea che piace a Guardiola, molto più della vittoria in Europa.
Un punto separa Manchester City e Liverpool in testa alla classifica. I citizens non hanno alternative alla vittoria all'Etihad contro l'Aston Villa. Essere padroni del proprio destino è una idea che piace a Guardiola, molto più della Champions, snobbata in conferenza stampa dal tecnico Campione d'Inghilterra. Le sue parole sono riprese dal manchesterevenings.
VANTAGGIO - Vantaggio minimo, ma sufficiente. "Quel che non abbiamo è il margine d'errore. Vincere il titolo è qualcosa di molto soddisfacente perché lo ritengo una competizione molto difficile in cui alla fine emergono i veri valori in campo. Dopo tante settimane e altrettante partite, infortuni, cali di forma, vincere significa essere davvero i migliori. Il campionato premia la regolarità, In ogni caso il successi è essere lì, in lotta per il titolo. Lo siamo sempre stati negli ultimi anni e non l'abbiamo centrato solamente quando il Liverpool è stato inarrestabile"
CHAMPIONS - Campionato più importante della Champions. "Non dico che la Champions non sia importante. Mi piacerebbe moltissimo essere a Parigi a giocarmi il trofeo ma è innegabile che vincere un torneo che prevede 38 partite sia diverso da una sfida secca dove può succedere di tutto. Capisco che la gente chieda sempre molto e quando riceve, pretenda ancora di più ma il calcio è e resta un gioco con alcune variabili che sono impossibile da controllare. Abbiamo una voglia incredibile di vincere la Premier. E poi di ricominciare a provarci".
SOLIDALE - C'è tempo e modo di parlare anche di quanto accaduto e cosa accadrà. "Credo serva maggiore attenzione. Occorre gestire la folla, trascinata dalle emozioni o magari dall'alcol. Meglio festeggiare nel modo giusto al momento giusto. Spero possa farlo anche Fernandinho. Siamo insieme da quando sono arrivato. Era già qui ed è diventato il nostro capitano. Abbiamo passato tanti bei momenti e brutti momenti insieme. È un ragazzo generoso che mette l'interesse della squadra al di sopra del proprio. Sono più che felice di averlo conosciuto e di aver lavorato con lui. Gli auguro il meglio per il futuro e nella sua ultima stagione in Brasile, poi forse sarà un allenatore. Di certo, ci incontreremo di nuovo in futuro. Gundogan si è sposato, congratulazioni. Nessuno pensa che non possa essere qui.. Su Twitter dicono che partirà, ma io non lo so. Forse ne sai più di me".
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