Il tedesco dopo la finale persa col Real Madrid: "Purtroppo sul gol la decisione arbitrale è andata contro di noi per questione di centimetri"
Alla fine non resta moltissimo, nelle tasche di Jurgen Klopp. Certo, FA Cup e Coppa di Lega sono due trofei che in Inghilterra hanno tradizione, ma insomma, veder sfumare Premier e Champions League per un pelo fa male. Dopo una stagione così, brucia parecchio. Dopo aver salutato sportivamente - come sempre - Ancelotti e i giocatori del Real Madrid, durante la premiazione il tecnico tedesco s'è battuto la mano sul cuore, alzando il braccio verso il settore dello Stade de France occupato dai tifosi del Liverpool. Altra finale di Champions persa, come quella alla guida del Borussia Dortmund contro il Bayern (2013) e quella di Kiev (2018, ancora Liverpool-Real Madrid). Una, però, ce l'ha in bacheca: edizione 2018-19, vinta in finale sul Tottenham. Gli servirà per consolarsi stasera.
Le parole
—E per guardare avanti, senza piangersi addosso. Non è il tipo, del resto. Basta ascoltare le sue parole nel dopo gara: "Dov'è la prossima finale di Champions? Istanbul? Prenoto già l'hotel...". Poi torna sulla partita: "Quando il portiere avversario è il migliore in campo vuol dire che qualcosa non va per l'altra squadra. Ha fatto tre parate incredibili, ma mi sarebbe piaciuto avere più occasioni così nitide. Nel finale abbiamo fatto troppi cross senza senso". E ancora: "Non è un risultato incredibile è un normale risultato di calcio. Abbiamo fatto molti più tiri e molti di questi in porta, ma la statistica decisiva è a favore del Real Madrid: ha segnato un gol, noi no. Purtroppo è molto semplice e altrettanto duro, ma ci tocca rispettarlo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA