Il brasiliano, oggi 41enne, è riuscito a vincere la sua battaglia ma ha spesso parlato dei suoi trascorsi complicati e di un rapporto troppo intenso con la bottiglia in modo da sensibilizzare chi si avvicina senza criterio agli alcolici.
Cicinho e la dipendenza dall'alcol. Non è una novità. Il brasiliano, oggi 41enne, è riuscito a vincere la sua battaglia ma ha spesso parlato dei suoi trascorsi complicati e di un rapporto troppo intenso con la bottiglia in modo da sensibilizzare chi si avvicina senza criterio agli alcolici E l'ex calciatore di Real Madrid e Roma ha arricchito di nuovi particolari la sua drammatica vicenda personale che ha caratterizzato gli anni di permanenza al Real Madrid. Le sue toccanti parole sono stare riprese dal programma Ressaca su EPTV.
Tutto inizia nel 2006, quando il nazionale brasiliano è arrivato al Real Madrid. Una stagione e mezza nella squadra dei Galacticos insieme a fuoriclasse del calibro di Ronaldo, Beckham, Figo, Zidane e Roberto Carlos. "Se mi chiedete se sono mai arrivato al campo di allenamento ubriaco devo ammettere che è la verità. A volte è successo. Cercavo però di non darlo a vedere. Mi inondavo di profumo e per togliere ogni traccia dall'alito bevevo del caffè. Purtroppo per me è sempre stato molto facile avere da bere, anche gratis. Non avevo neanche bisogno di pagare perché mi offrivano volentieri un cicchetto quando andavo al ristorante".
Una spirale che ha seguito il ragazzo per 12 anni. Un demone che lo ha avvicinato da giovanissimo: "Avevo 13 anni quando ho provato per la prima volta in vita mia l'alcol. E da allora non ho mai smesso. Vivevo in campagna, non ero neanche facilmente rintracciabile dai miei genitori e dalle forze dell'ordine quando uscivo per andare in pizzeria e discoteca. Purtroppo l'alcol è un nemico subdolo perché ti spinge a circondarti di persone che condividono quello stesso stile di vita e ad escludere chi invece magari ti vuole bene e ti chiede di smetterla. E quando ti dicono che quello che stati facendo non è corretto non vuoi sentirlo. Poi arrivi di fronte a un muro. E o ti fermi, o ci vai a sbattere. Oggi ho un figlio di 15 anni e gli chiedo scusa. Sempre. Aveva due anni quando avevo problemi con l'alcol. Magari non se ne è neanche reso conto ma in quel momento non ero un buon esempio quindi mi sento di chiedergli scusa".
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