Il tecnico, sotto contratto fino a giugno 2023, riconosce che il livello della sua rosa è cresciuto "ma si sono rinforzati pure gli altri club. Sarà una stagione eccitante"

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

Ci ha pensato un po’, ma alla fine decidere di restare è stato semplice. “Avevamo appena cominciato col nostro progetto, in fondo avevo firmato un contratto di due anni”. Antonio Conte, di ritorno dalla tournée in Corea del Sud, spiega perché ha deciso di rimanere al Tottenham, di continuare a plasmare a sua immagine e somiglianza quella squadra che ha preso sull’orlo del baratro in novembre e che ha portato fino alla qualificazione in Champions League. E che ora, dopo una campagna acquisti che il 52enne tecnico ha approvato in ogni singolo tassello (compreso l’ultimo innesto, il 21enne difensore Djed Spence, proposto dal club), vuole tornare a vincere. “Vorrei conquistare la Premier, ma qui è più difficile rispetto all’Italia…”.

LA DECISIONE

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“Quando ho parlato con la proprietà è stato semplice decidere - racconta Conte -. Quando sono arrivato mi era stato detto che volevano raggiungere traguardi importanti, anche se a novembre era difficile pensare che saremmo finiti in Champions. Adesso vogliamo continuare a crescere, a migliorare insieme e ad avere ambizioni. Quando ho parlato con loro, ho capito che c’era da parte della dirigenza la stessa volontà di costruire qualcosa di importante che avevo io”. Conte torna anche sui suoi primi passi al Tottenham: “È stato importante a gennaio prendere giocatori come Bentancur e Kulusevksi, ci hanno aiutato molto - ricorda -. Quando sono arrivato a novembre, ho detto che se volevamo risalire in classifica dovevamo lavorare insieme per migliorare la squadra ma anche che i giocatori dovevano salire di livello. E l’hanno fatto”.

IL MERCATO

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In questa nuova stagione c’è un altro livello a cui salire. Per questo è stato importante che gli acquisti fossero fatti con una tempistica tale da permettere a Conte di lavorare subito con loro. “Siamo migliorati, non c’è dubbio - spiega -. Molti mi hanno detto di essere sorpresi dalla rapidità dei nostri movimenti, ma quando sai cosa fare è tutto più facile: sul mercato cerchi sempre di non buttare i soldi ma di investirli, che è quello che abbiamo fatto noi. E Fabio Paratici sta aiutando proprio in questo. Abbiamo lavorato molto bene, ma adesso serve un po’ di pazienza”.

IL GAP

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Anche perché, per salire di livello, c’è un gap da colmare con chi sta davanti. “Noi siamo migliorati, ma anche chi ci era davanti è migliorato. City e Liverpool si contendono il titolo da sei anni: l’ultima ad aver vinto è stata il Chelsea quando c’ero io, poi è sempre stato Manchester e Liverpool, Liverpool e Manchester. L’anno scorso hanno finito con 20 punti più di noi, e anche il Chelsea ha chiuso davanti a noi. E hanno tutte speso tanti soldi sul mercato, anche se è normale perché in Inghilterra il livello è molto alto e tu non sei l’unico che pensa a vincere”.

PREMIER

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Conte, che dice di essere felice al Tottenham, punta in alto ma con realismo. “Ovviamente voglio vincere il titolo, ma devo anche essere onesto” racconta, prima di lanciarsi in un paragone con i suoi anni all’Inter. “Quando sono arrivato all’Inter, la Juventus aveva in anni creato un gap stabile di almeno 20 punti in classifica. Nel mio primo anno abbiamo lavorato per ridurlo e nella seconda stagione abbiamo vinto. In Serie A però c’era una sola squadra da superare, qui ce ne sono tante, non solo Liverpool e City. Il Chelsea nel 2021 ha vinto la Champions e quest’anno il Mondiale per club. E non dobbiamo dimenticarci dello United e dell’Arsenal, che ha speso tanto sul mercato. Sarà una stagione difficile, ma allo stesso tempo eccitante. Dobbiamo spingerci oltre i nostri limiti e migliorare: è il solo modo per essere veramente competitivi”.

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