L'ispanobrasiliano ritrova un amico a Vallecas. Arriva svincolato per rialzarsi dopo due anni complicati

Insieme superano il mezzo migliaio di reti in carriera… e sfiorano i 70 anni. A Vallecas va in scena la reunion della band Diego Costa-Radamel Falcao, che per la terza volta riformeranno una coppia d'attacco che è già cult prima di scendere in campo. L’ultimo arrivato è l’ispanobrasiliano, che a 34 anni da compiere ha scelto di tornare al Rayo Vallecano per rimettere in moto una carriera ferma da otto mesi.

Obiettivo rinascita

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Sulla carta, è la scelta giusta. Diego Costa ha bisogno del Rayo Vallecano, così come ne aveva bisogno 10 anni fa. Arrivava in prestito, il quinto consecutivo alla ricerca del posto giusto dove iniziare a segnare, una volta per tutte. L’Atletico attendeva, e per lui, a 23 anni, sembrava già il momento da “ora o mai più”. Vallecas si rivelò il trampolino di cui aveva bisogno la sua carriera, che lo vide chiudere una stagione in doppia cifra per la prima volta (10 gol, 4 assist in soli sei mesi). Oggi torna dopo due anni turbolenti, fra Atlético Madrid, Atlético Mineiro, tanti infortuni e un 2022 da svincolato. In questo lasso di tempo ha giocato 26 incontri e segnato sette gol. Serve di nuovo la scossa del Rayo per invertire la tendenza.

Seconda stagione

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L’aria del quartiere operaio di Madrid aveva già fatto molto bene anche a Radamel Falcao. Nella scorsa stagione, il colombiano segnò cinque gol nelle sue prime otto partite, con l’inusuale numero 3 sulla schiena e la tifoseria caricata sulle sue spalle. Dopo l’entusiasmo iniziale, però, il calo. Fisico, suo, ma anche delle prestazioni di tutta la squadra, normalizzatesi dopo un avvio di livello europeo. Finirà la stagione con sei reti, inizierà questa, a partire dal duello inaugurale di Liga contro il Barcellona, tornando a vestire la sua numero 9.

Incompatibili?

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Oggi si riabbracciano due amici, il Tigre e il Lagarto. I due hanno condiviso spogliatoi e campo al Chelsea e, soprattutto, all’Atletico, club al quale in coppia hanno portato una Copa del Rey. “Ci completiamo a vicenda”, dicevano sulla loro intesa sette anni fa. Ma piano con le fantasie. Il tempo passa per tutti, e oggi vederli ancora insieme, specialmente dall’inizio, potrebbe essere complicato. Non solo per questioni anagrafiche, ma anche tattiche. Andoni Iraola, allenatore fra i più apprezzati dell’ultima Liga, non ama negoziare sul modello da seguire: 4-2-3-1, una sola punta e tanta intensità. Quel che è certo, però, è che quando avrà bisogno di gol e si volterà verso la panchina potrà scegliere anche ad occhi chiusi.

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