L'attaccante si regala i primi gol in blaugrana nel giorno del suo 33esimo compleanno. A segno anche Dembélé e Fati. Il canterano protagonista anche di due assist. Inutile lampo di Isak per i baschi, che recriminano per una rete annullata a Mendes
Buona la seconda per la truppa di Xavi. Dopo la partenza flop in casa contro il Rayo, il Barça lancia il primo squillo alla Liga con un’ultima mezzora di gioco straripante nel segno di Lewandowski e di Ansu Fati, autori insieme di tre reti e altrettanti assist. Ad Anoeta finisce in goleada nonostante la buona prova della Real Sociedad per un’ora abbondante, perché Ter Stegen para anche l’imparabile e perché nell’ultima mezzora Xavi cambia volto alla squadra con gli ingressi decisivi di Ansu Fati e Raphinha. A rubare la scena però è Lewandowski, che nel giorno del suo 33esimo compleanno firma le prime due reti in blaugrana con un lampo dopo appena 46’’ e la zampata nella ripresa che vale il gol della sicurezza. Suo anche l’assist per il definitivo 4-1 di Fati che consente al Barça di restare a due lunghezze dal quartetto di testa.
Diesel catalano
—Nemmeno un giro di orologio e i catalani colpiscono in contropiede: uscita magistrale di Pedri, inarrestabile progressione di Balde e magistrale anticipo di Lewandowski su Le Normand che fa esultare Xavi a bordo campo. Un avvio fulminante, quello del Barça, che però non è capace di reggere più di cinque minuti contro l’efficace manovra dei padroni di casa. La squadra di Alguacil risponde per le rime al primo affondo, complice una sanguinosa palla persa da De Jong che Kubo trasforma in un preciso assist per Isak, bravo a fortunato a superare Ter Stegen con un morbido pallonetto “viziato” dal tocco di Garcia. Il botta e risposta in avvio è il preludio a 45’ per nulla noiosi, in cui però l’undici di Xavi mette a nudo ancora fragilità tipiche di chi ancora fatica a trovare idee ed equilibri. Quello che si presenta a San Sebastian dopo il fiacco pareggio alla prima giornata è un Barça rinnovato a sinistra, dove Xavi prova l’asse Balde-Ferran, ma che viaggia ancora a ritmo lento e con meccanismi prevedibili.
Mosse vincenti
—Lewa è il costante punto di riferimento di ogni giocata e prova a fare il suo, peccato che i due compagni di reparto (nell’occasione Ferran e Dembélé) siano ancora imballati e poco reattivi. Poco convincente anche la cabina di regia di De Jong, chiamato a rimpiazzare lo squalificato Busquets. Così le migliori occasioni della prima parte sono quasi tutte di marca basca, con Merino, Kubo e David Silva stoppati da un impeccabile Ter Stegen. Salvo un acuto poco fortunato di Ferran e un tentativo innocuo di Lewa allo scadere, nei primi 45’ il Barça è tenuto a galla dal portiere tedesco, protagonista anche in avvio di ripresa su un potente sinistro di Merino subito dopo un gol annullato a Mendes per fuorigioco di Le Normand. E’ lì che Xavi decide di dare brio e imprevedibilità ai suoi con gli ingressi di Ansu Fati e Raphinha, doppia messa che cambia il volto ai catalani in un batter d’occhio: nei successivi otto minuti si scatena infatti il quartetto offensivo lanciato ispirato da un Fati in versione suggeritore, prima per Dembélé (rasoiata vincente di sinistro), poi per Lewa (preciso tap-in sul secondo palo). Con Ansu Fati "falso nueve" a dialogare e giocare di sponda con Lewa, l’attacco di Xavi sgretola la resistenza avversaria creando spazi e occasioni a ripetizione. La chiusura dei conti firmata Lewa-Fati, con il canterano a firmare il poker al 79’, rispecchia il cambio di marcia decisivo del Barça nell’ultima mezzora e legittima il risultato finale, dando un assaggio del potenziale offensivo a disposizione di Xavi.
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