Il Milan può aspettare. Il tecnico del Chelsea, avversario dei rossoneri in Champions, torna sulla rissa col tecnico del Tottenham: "Eravamo in due in quel momento, ma solo io sono stato punito. Perché?"

dal nostro corrispondente Davide Chinellato

Il Milan e la Champions possono attendere, perché a Thomas Tuchel non è ancora passata. Anche se promette un "no comment" sulle questioni arbitrali, il tecnico del Chelsea si toglie diversi sassolini dalle scarpe sulla sentenza FA della rissa tra lui e Conte, quella per cui salterà la sfida di sabato dei Blues contro il Leicester, visto che la commissione disciplinare l'ha considerato l’istigatore dello scontro. "Non capisco perché io ho preso una squalifica e l’altro allenatore no: eravamo in due in quel momento", dice con la faccia dura.

LA POLEMICA

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Tuchel ha ancora una piccola speranza di essere in panchina a Stamford Bridge, ma sta già preparandosi per seguire il match dalla tribuna. "Ci sono due lati di questa storia - spiega a Cobham, nel centro sportivo del Chelsea -: una è che ho preso un cartellino rosso e mi sono comportato in un modo in cui non ne vado fiero. Questo lo accetto. È dura da accettare però nel contesto in cui è successo: non sono io l’unico coinvolto e le cose non sono certo cominciare con la stretta di mano (quella che la FA ha giudicato altamente provocatoria, ndr). Abbiamo avuto entrambi un ruolo in quello che è successo, siamo stati espulsi entrambi. Capisco quindi la squalifica e la multa, ma non capisco perché l’altro allenatore non è stato punito allo stesso modo. E non capisco perché il giocatore avversario che pochi minuti prima ha preso per i capelli un mio giocatore non sia stato punito".

LA CHAMPIONS

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Il tecnico del Chelsea prova a voltare pagina pensando alla Champions, al sorteggio che ha messo i Blues nel gruppo E con Milan, Salisburgo e Dinamo Zagabria. "Devono muoversi col calendario perché la famiglia Kovacic sta già comprando tutti i biglietti per le partite in trasferta - scherza il tecnico, che poi si fa serio -. Non ho mai trovato un gruppo facile in Champions League nella mia carriera: non mi importa dei nomi delle squadre, delle loro nazionalità, mi sono sempre trovato in gironi difficili anche quando sembravano facili. E sono felice di giocare contro squadre che non ho mai affrontato prima, in stadi dove non sono mai stato". I Blues cominceranno la Champions senza N’Golo Kanté, la star che sarà ai box almeno altre 4 settimane (molto probabilmente di più): "È il nostro giocatore chiave, ci dà qualcosa che nessun altro può darci. E adesso è fuori. Dovremo andare avanti senza di lui, ma ovviamente è un problema".

IL MERCATO

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Tuchel guarda anche al mercato, arrivato al rush finale. Niente commenti sui giocatori accostati al Chelsea, nemmeno su quel Wesley Fofana che il Leicester, avversario sabato, ha mandato ad allenarsi in Under 23 perché i rumors sul suo passaggio al Chelsea non gli permettono di concentrarsi sul campo. "Non è un nostro giocatore, tenerlo fuori è una decisione loro, non mia", taglia corto Tuchel. Il tecnico, che ha fatto il mercato come partner del patron Todd Boehly, conferma però che i Blues stanno provando a migliorare ancora. "Abbiamo alcune idee, ma magari non arriva nessuno visto che manca poco: dobbiamo concentrarci solo sulle cose che possiamo controllare, perché in una trattativa non siamo soli". Il Chelsea ha già speso 210 milioni di euro ed è pronta a spenderne altrettanti. "Per i giocatori giusti però, non per un giocatore a caso". È il mantra con cui Tuchel affronta questo finale di mercato.

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