Al Metropolitano l'Atletico va sotto di due gol, poi accorcia con Hermoso ma non basta. Si gioca in un clima rovente con continue risse in campo e Vinicius preso di mira dopo le polemiche della vigilia. Blancos di nuovo in vetta, scavalcato il Barça
Prova di forza del Real Madrid, che si aggiudica il 230° derby con l’Atletico riprendendosi la vetta della Liga dopo il momentaneo sorpasso blaugrana. La squadra di Ancelotti regola i rivali con due reti nei primi 36’, merito di Rodrygo e Valverde, poi gestisce e stoppa la reazione colchonera con alcune parate di Courtois e una ripresa di grande sostanza. I Blancos non accusano l’assenza di Benzema, fuori per infortunio, e restano così a punteggio pieno, regalando ad Ancelotti il suo secondo successo in Liga sul Cholo. La banda di Simeone chiude in inferiorità numerica (espulso Hermoso al 90’) e scivola a ben otto punti di distacco dai cugini, nuovamente primi con due lunghezze sul Barça.
Clima rovente
—Quelli che hanno preceduto il derby sono stati giorni pieni di veleni e polemiche, in alcuni casi anche sopra le righe. Dopo gli "avvertimenti" di Koke rivolti a Vincius (diffidato dall’esultare con i suoi soliti balletti) fino alle minacce ricevute dallo stesso brasiliano, quasi inevitabile che il clima in campo fosse rovente sin dall’inizio. Difatti, due entratacce di Militao e Koke accendono gli animi dopo appena 5’, dando vita ai primi battibecchi e accenni di rissa che si verificheranno più volte, con un Vinicius sempre al centro della tensione. Il pubblico del Metropolitano non aiuta, al contrario. Tant’è che dagli altoparlanti si leva più volte l’esplicita richiesta di non lanciare oggetti in campo. Lì dove, nel frattempo, blancos e colchoneros se le danno di santa ragione, con Koke e Llorente nei panni dei cattivi di turno.
Efficacia
—Poi c’è stata la partita, peraltro giocata a ritmi alti e con un Atletico per nulla attendista al contrario delle ultime uscite. D’altra parte, la classifica (deficitaria) e il palcoscenico amico imponevano alla truppa di Simeone tutt’altra aggressività e intraprendenza per riscattare l’ultima figuraccia in Champions e provare a risalire la china in campionato. Pur con una difesa rabberciata, i Colchoneros hanno di fatto condotto le danze grazie a un centrocampo folto e muscolare e creato numerose occasioni da gol, con un Courtois impegnato cinque volte nei primi 45’ sotto i colpi di Carrasco e Griezmann. Ma il Real ha tenuto botta senza scomporsi e, quando ha deciso di affondare il colpo, lo ha fatto in modo quasi disarmante: al 18’ invenzione di Tchouaméni, che pesca Rodrygo con un pallonetto millimetrico per il destro di controbalzo di quest’ultimo dritto sotto l’incrocio, altri 18’ dopo è il turno di Valverde, che ribadisce in rete un destro di Vinicius respinto dal palo dopo una spettacolare triangolazione con Modric.
Controllo
—Due lampi e due gol, tanto è bastato ai Blancos per mettere le mani sul derby. E dire che l’Atletico ci ha provato con determinazione anche nella ripresa, a tratti con un’intensità anche maggiore rispetto ai primi 45’. Niente da fare però contro un Madrid impeccabile dietro e bravo ad alleggerire costantemente la pressione rivale con la proprietà di palleggio e il giro palla. A nulla è servito al Cholo aumentare la potenza di fuoco nell’ultima mezzora. Gli ingressi di Cunha e Morata per De Paul e un pallidissimo Joao Felix non hanno scalfito il fortino blanco, che ha vacillato solo all’83’ su un calcio d’angolo avversario trasformato in gol da Hermoso. La prevedibile bolgia finale si è però esaurita con l’espulsione dello stesso Hermoso, punito per un battibecco con Ceballos dopo il giallo rimediato pochi minuti prima. I Blancos hanno così potuto gestire tranquillamente nel recupero portando a casa il sesto successo consecutivo.
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