I suoi allenamenti erano durissimi, ma i giocatori del Tottenham stravedevano per il preparatore atletico napoletano. "La sua presenza significa tantissimo. Non solo a livello di calcio, ma anche per i tanti consigli di vita", aveva detto il sudcoreano. E in tanti ribadivano: "Mai stati così in forma"
In campo era inflessibile, pretendeva sempre il massimo da tutti, in qualsiasi circostanza. Eppure il Tottenham era profondamente innamorato di Gian Piero Ventrone. Lo aveva scoperto a novembre di un anno fa, parte della ventata di novità immessa nel club con l’arrivo di Antonio Conte, che l’aveva messo in cima alla sua lista di richieste per rilanciare le condizioni fisiche di una squadra che secondo lui correva poco e male. In pochi mesi, anche grazie a Ventrone, la situazione era cambiata così radicalmente che il Tottenham era arrivato in condizioni fisiche eccellenti alla volata per il quarto posto vinta con l’Arsenal.
SON
—"Fuori dal campo sapeva farsi voler bene, in campo era molto esigente: Gian Piero era diventato rapidamente una figura immensamente popolare tra giocatori e staff" ha scritto il Tottenham nel comunicato con cui ha annunciato la morte del suo preparatore atletico. Quanto Ventrone sapeva farsi voler bene lo aveva spiegato magnificamente Son dopo la tripletta al Leicester prima della sosta per le nazionali, partita in cui il sudcoreano aveva interrotto il suo digiuno di gol dopo un inizio di stagione al di sotto delle attese. Rilancio di cui aveva dato merito proprio a Ventrone: "È un killer ma con Gian Piero ho un rapporto davvero, davvero buono - aveva raccontato nella pancia del Tottenham Stadium -. Il suo inglese non è perfetto, a volte viene col telefono e lo usa per tradurre dall’italiano all’inglese. Ma la sua presenza significa tantissimo. Non solo a livello di calcio, ma anche per i tanti consigli di vita che mi ha dato e di cui gli sono davvero grato. Mi ha aiutato tantissimo, dandomi sempre un abbraccio nei momenti difficili e in quelli felici e rimanendomi sempre vicino. Anche prima di questa partita ha trovato il tempo per fare due chiacchiere che mi hanno messo a mio agio".
RISPETTO
—Persino Kane, che a luglio si era ritrovato a vomitare su un campo di Seul dopo un’estenuante seduta atletica del Marine, il soprannome di Ventrone, riconosceva al preparatore italiano i meriti della sua condizione fisica, "la migliore della mia carriera" come aveva dichiarato a inizio stagione, poco dopo quella seduta in Corea del Sud diventata virale. Al Tottenham tutti sapevano che Ventrone era esigente e inflessibile, ma proprio per questo si era conquistato il rispetto dei giocatori. "È bravo, è molto bravo - raccontava recentemente Ryan Sessegnon, un altro che grazie al metodo Ventrone si sente nelle migliori condizioni fisiche della sua carriera -. È veramente un killer, intenso come pochi. Più sa di poterti spingere dal punto di vista fisico, più ti chiede di migliorare e ti sta addosso. Ma funziona". Funziona così tanto che i giocatori seguivano alla lettera le sue richieste: "Di solito quando hai un preparatore fisico così brutale non ti sta simpatico, ma con Gian Piero è diverso - raccontava Matt Doherty durante il precampionato -. Lo adoriamo, abbiamo così tanto rispetto per lui che siamo pronti a fare tutto quello che ci chiede". Ventrone era una figura chiave nel Tottenham di Conte, uno degli ingredienti nemmeno troppo segreti del successo degli Spurs all’italiana. Uno che mancherà tantissimo.
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