L'80enne presidente era stato accusato da alcune dipendenti di comportamenti inappropriati e sms "equivoci"

Si difende a spada tratta, dopo settimane di polemiche divampate con un'enorme cassa di risonanza sui social, in tutto il mondo. Accusato di molestie, con tanto di messaggini spinti alle dipendenti, il presidente della Federcalcio francese, Noel Le Graet, ha deciso di replicare dalle colonne del quotidiano Le Parisien: "Contro di me voci fondate su testimonianze anonime che smentisco categoricamente". E non manca una presa di posizione sul Mondiale in Qatar: "Troppo comodo protestare adesso". La Francia a Doha ci va per difendere il titolo, ma per ora c.t. Deschamps rimane con il contratto in scadenza.

Stile

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Le Graet invece è finito al centro di inchieste giornalistiche che ne mettono in discussione la moralità. Una lunga indagine del mensile So Foot per esempio ha alzato il velo su comportamenti inappropriati, tra battute fuori luogo, messaggini poco opportuni, che hanno poi contribuito a creare un clima deleterio in sede. Alla Federazione, certi aperitivi sono degenerati, alimentando tensioni e guerre intestine, tra clan di dirigenti in conflitto tra loro. Nelle scorse settimane è intervenuta anche la ministra dello sport, che ha inviato degli emissari per far chiarezza, e pretendendo che si torni a uno stile irreprensibile. Soprattutto in vista del Mondiale in Qatar.

Armi

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Il presidente federale però ha deciso di contrattaccare: "Ben vengano gli emissari del ministero. Contro di me sono state mosse non accuse, ma voci fatte circolare sulla base di testimonianze anonime. Le smentisco fermamente. Non ho mai perseguitato nessuno, non ho mai neanche mandato i famosi SMS. Né avuto comportamenti fuori posto in tutta la mia vita nei confronti di una donna. Non posso pentirmi di cose che non ho commesso, anche se oggi mi rendo conto che non si possono più fare complimenti a un uomo o a una donna per l'eleganza o il sorriso, oppure invitarli a pranzo per lavoro. Semplicemente perché, estrapolati dal contesto e sfruttati da altri, questi complimenti e attenzioni e tale modo di lavorare possono ritorcervisi contro come un'arma".

Critiche

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Il dirigente di 80 anni punta il dito anche contro i social: "Twitter è una sorta di tribunale con procuratori mediatici: un orrore. Adesso però è troppo. Alla Federcalcio ogni tipo di abuso è stato sottoposto a indagine. Abbiamo persino licenziato due persone in passato. La Federcalcio non vive nel Medioevo". In ogni caso, non c'è il "clima ideale per lavorare", come sottolinea lo stesso c.t. Deschamps. La sua Francia però non si allinea al fronte delle critiche al Qatar. Per Le Graet "bisognava protestare nel 2010 quando il torneo fu attribuito a Doha: adesso è troppo tardi. Tutto non è perfetto in Qatar, restano molti miglioramenti da fare. Non sottoscrivo tutto, ma grazie al Mondiale quel Paese progredirà più velocemente. Non facciamo demagogia, dei 211 Paesi affiliati alla Fifa ce ne sono molti altri con una nozione del diritto ben diversa dalla nostra".

Priorità

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Rieletto per la quarta volta nel 2021 con il 73% dei voti, Le Graet rischia il posto, secondo voci mediatiche: "Sento che se ne parla, ma il mio bilancio parla per me, altrimenti non sarei stato confermato. Penso di aver fatto finora un buon lavoro". Da vedere se poi lui confermerà Deschamps che ha il contratto in scadenza e fa i conti con la candidatura di Zidane: “Con Didier ci vedremo dopo il mondiale. Se centra l'obiettivo della semifinale e avrà voglia di continuare, sarà prioritario".

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