Le morti di Mihajlovic, Vialli e dello storico preparatore atletico hanno profondamento toccato il tecnico del Tottenham: "Quello che è successo mi sta mi facendo pensare che probabilmente è ora di trascorrere più tempo con gli affetti e gli amici, il lavoro non è tutto"

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

"A volte diamo tanta importanza al lavoro e mettiamo da parte le nostre famiglie, il bisogno di stare con loro. Poi succedono cose come quelle capitate a Gian Piero Ventrone, Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli e ti fanno pensare". Antonio Conte non si tira indietro: la sua testa resta al Tottenham, stasera in campo al Manchester contro il City nel recupero di Premier League. Ma quello che è successo negli ultimi mesi a tre persone che chiama amici, tre a cui era molto legato, lo porta a pensare alla sua vita, nel calcio e al di fuori di esso.

FAMIGLIA

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Conte vive a Londra da oltre un anno, da quando nel novembre 2021 ha accettato di guidare il Tottenham. Vive ancora nella suite di un hotel, perché la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria, che sta completando il liceo, sono rimaste in Italia. Conte è un allenatore in Premier League e un papà e un marito in Italia, dove torna appena possibile, spesso partendo subito dopo le partite per trascorrere qualche ora con le donne della sua vita, salvo tornare appena riprendono gli allenamenti. In una stagione iper concentrata come questo 2022-23, non è successo spesso. "No, non è facile avere la mia famiglia in Italia, ma quando hai figli che vanno a scuola devi rispettarli e non trascinarli in un posto nuovo ogni due anni, far cambiare loro ambiente e amicizie - ha spiegato Conte -. Non voglio che il mio lavoro abbia questo effetto sulla loro vita, e a volte devi sacrificarti per loro. La mia famiglia cerca di starmi vicino come può, ma situazioni come quelle capitate di recente a Gian Piero, Sinisa e Gianluca rendono tutto più difficile".

RIFLESSIONI

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È per questo che Conte dice apertamente che il 2022-23 lo porterà a fare riflessioni profonde sulla sua vita, non solo sul suo lavoro. Il contratto col Tottenham scade a fine stagione (gli Spurs hanno l’opzione di prolungarlo per un altro anno), ma accettare o meno che la squadra che guida dal novembre 2021 abbia bisogno ancora di tempo per competere ad alto livello non è la sola componente che influenzerà la sua decisione. "Aver perso tre amici ha reso questa stagione difficile per me anche dal punto di vista personale - spiega -. Io sono che mette il lavoro al primo posto, ma questo significa trascurare la famiglia, dimenticare di vedere gli amici. Il lavoro per me è una passione, e per passione si perdono di vista tante cose. Quello che è successo mi sta facendo riflettere, mi fa pensare che forse è ora di trascorrere più tempo con la famiglia, di vedere gli amici, di dedicarsi un po’ a se stesso. Quello che è successo mi sta facendo capire che il lavoro non è tutto, come per me è da sempre. Quando lavoro, io dedico tutto me stesso al mio club: lo sto facendo col Tottenham, come ho fatto prima col Chelsea, la Juve e l’Inter. Non penso sarei un buon allenatore se non lo facessi, e nessuna delle mie squadre si è mai lamentata della mia dedizione. È anche per questo che i club che lascio mi rimpiangono. Lo hanno fatto tutti".

riflessione

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Conte ufficialmente non ha ancora deciso se a fine stagione lascerà il Tottenham, se tornerà in Italia o si prenderà un anno sabbatico per stare con la famiglia, per vedere gli amici o dedicarsi a se stesso. Di sicuro, per la prima volta l’opportunità offerta dal lavoro potrebbe non essere il fattore principale che influenzerà la sua decisione.

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