Avanzano nella competizione i campioni d’Inghilterra, ma la capolista della Premier, pur avendo cambiato diversi uomini, ha recitato sempre lo stesso copione: bellissimo
La festa è del City, ma il dubbio che l’Arsenal sia più forte resta. La squadra di Guardiola si prende 1-0 il primo incrocio stagionale, quello nel quarto turno di FA Cup deciso da una perla del migliore in campo, Nathan Aké. I campioni d’Inghilterra vanno avanti, la capolista di Premier esce da una coppa a cui tanto tiene con la sensazione di essere all’altezza di quella che Arteta continua a definire “la squadra più forte del mondo”. Perché il tecnico ha ceduto alla tentazione coppa e ha stravolto i Gunners, eppure la squadra si è mossa a memoria dentro quel canovaccio che l’ha resa speciale e per tutto il primo tempo ha giocato meglio dei campioni, cedendo solo in una fiammata nella ripresa. Il prossimo confronto è il 15 febbraio, ma sarà Premier League e si giocherà all’Emirates: potrebbe essere la prima occasione per un responso vero.
LE CHIAVI
—Il match lo ha deciso l’uomo che ha giocato meglio. Aké è stato un colosso nella difesa multiforme di Guardiola, annullando Saka, una delle frecce dell’Arsenal capoclassifica. Al 64’ ha aggiunto il tocco vincente, un tiro a girare degno di De Bruyne su cui Turner non ha potuto nulla. Il City ha confermato che gli manca qualcosa per essere quella squadra tritatutto che ha vinto 4 delle ultime 5 Premier: Guardiola sostiene sia una questione di testa, di effetto pancia piena, di mancanza di quella cattiveria che invece l’Arsenal ha. Lo si è visto anche a Etihad: mancavano pezzi importanti come Ødegaard, Zinchenko, Saliba e Martinelli (degnamente rimpiazzato da Trossard, nuovo acquisto al debutto dal primo minuto) eppure l’Arsenal per tutto il primo tempo ha giocato da Arsenal, muovendosi all’unisono e mettendo in difficoltà i campioni. Perdere Partey a inizio ripresa per una botta al costato è stato troppo e mostrato perché i Gunners sono alla disperata ricerca di un centrocampista (ma potrebbero volerci 80 milioni per convincere il Brighton a lasciar partire Caicedo, obiettivo numero 1). Resta la convinzione che, nonostante la sconfitta, la squadra di Arteta abbia qualcosa in più dei campioni. Sarà la Premier a dirlo, visto che la coppa ormai ha emesso il suo verdetto inappellabile: al 5° turno ci va il City.
LA PARTITA
—Il primo tempo vive di elettrizzanti fiammate, come il diagonale di Trossard che Ortega respinge in tuffo al 21’ o lo splendido sinistro a girare di De Bruyne a lato di un soffio pochi minuti dopo, ma il match arriva all’intervallo senza gol e con Guardiola costretto a sostituire l’infortunato Stones. Arteta riparte con Saliba e Lokonga al posto dell’acciaccato Partey, ma è il City a cominciare meglio e la ripresa, come il primo tempo, vive di fiammate. Quella di Alvarez al 64’, un incredibile tiro dai 20 metri, si stampa sul palo ma è il prologo al vantaggio del City, che Aké firma con un bel rasoterra a girare da dentro l’area su cui Turner non può nulla. Arteta per rimontare prova a inserire Ødegaard e Martinelli: l’Arsenal sale di livello, ma il gol non arriva. E il City si prende il primo round di quella che quest’anno promette di essere la vera battaglia d’Inghilterra.
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