L'attaccante del Marsiglia punge la sua ex squadra: "È stato ingiusto. Una volta ho detto a Inzaghi che se non mi avesse fatto giocare avremmo perso il derby. E così è accaduto"

Se il presente di Alexis Sanchez sono le 16 reti complessive già segnate con la maglia dell'Olympique Marsiglia nonostante manchino ancora oltre due mesi alla fine della stagione, il recente passato nerazzurro ancora non è stato metabolizzato dall'attaccante cileno. Il 34enne, proprio ai media del suo paese natale, torna infatti a pungere la sua ex squadra e in particolare il suo ex allenatore: "All'Inter ero sereno - spiega in un'intervista a Tnt Sports Chile -, però loro mi hanno dato la possibilità di dimostrare il mio valore?". È una domanda retorica, la cui risposta è ovviamente negativa secondo il parere del diretto interessato: "Ho sempre detto che mi avrebbero potuto criticare se avessi giocato male e invece mi giudicavano senza darmi la chance di mostrare quanto valessi".

Le parole

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"È stato ingiusto", continua Sanchez nell'intervista, "Ero un leone in gabbia". Si tratta peraltro proprio di una metafora a cui l'attaccante ricorreva spesso proprio negli ultimi mesi a Milano, anche pubblicamente sui suoi canali social. Il cileno aggiunge poi un aneddoto legato a Simone Inzaghi: "Una volta gli ho detto che avremmo perso se non mi avesse fatto giocare contro il Milan. E accadde proprio così". Come spiega l'ex Udinese e Barcellona, lui non protestò per l'esclusione dai titolari: "Non gli ho detto più niente, dovevo essere come un elefante: bocca chiusa e orecchie grandi. Poi l'Inter ha perso, ma mi domando: perché Inzaghi non mi fece giocare?". È improbabile che arrivino risposte dall'allenatore dell'Inter, la questione resterà sospesa nel dubbio.

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