Diego resta però in terapia intensiva: "Non prevediamo complicazioni". E il suo preparatore fisico accusa: "In quelle condizioni allo stadio? Cattivo gusto"
Evoluzione favorevole, diagnosi positiva. Diego Maradona rimane in terapia intensiva nella Clinica Olivos. Le prime ventiquattro ore dopo l’intervento alla testa sono passate senza complicazioni. Tutta l’Argentina rimane in ansia e con tante domande ancora di difficile risposta.
Parla Luque
—"Il drenaggio gli si è stato ritirato e non rimane traccia dell’edema cronico subdurale. La situazione si vedrà giorno dopo giorno, ma tutto va bene, ha migliorato anche nei valori di laboratorio, soprattutto quello dell’anemia. Non prevediamo complicazioni ma ancora non parliamo della riabilitazione", ha detto ieri il suo medico Leopoldo Luque in una improvvisata zona mista. Se Maradona è all’ospedale, il lockdown e le misure per la pandemia sembrano non contare più. Il giovane dottor Luque, sconosciuto giorni fa, parla circondato da decine di giornalisti, mentre fanatici lo baciano e lo ringraziano per il suo intervento chirurgico. Niente distanziamento, mascherine storte, tifosi che urlano guardando al cielo, ovvero al sesto piano riservato interamente per Maradona.
Autocertificazione
—Verso mezzogiorno arriva un centinaio di tifosi del Gimnasia da La Plata, 75 chilometri distante. Spostamento essenziale, dice il loro permesso. Si va a esultare per Diego. Nella serata di martedì erano stati i tifosi del Boca. Dalla clinica chiedono rispetto e silenzio: ci sono anche altri pazienti ricoverati. Ma i cori non si fermeranno. Nel pomeriggio, il muro esterno della clinica si riempie di striscioni, cartelli e messaggi di affetto. Ci sono bandiere che l’hanno accompagnato ai Mondiali, richieste per fare un’ultimo dribbling, e anche gente che prega toccando la sua immagine, quasi come si trattasse del Muro del Pianto. I messaggi di sostegno arrivano in privato e sui social. Anche dal presidente argentino, Alberto Fernandez, che aveva offerto l’eliporto della residenza di Olivos. Lionel Messi gli regala il suo in bocca al lupo da Instagram.
Vita frammentata
—Una volta che verrà rilasciato dall’ospedale, a Maradona toccherà la parte più dura: ritornare alla sua vita, frammentata in diversi circoli, con le figlie Dalma e Giannina da una parte, adesso sostenute dall’ex Rocio Oliva, e l’avvocato Matias Morla dall’altra. A Jana e Diego Jr tocca fare da mediatori. Cresciuta anche la figura di Veronica Ojeda, la mamma di Dieguito Fernando, che avrebbe litigato con Morla venerdì scorso, nel giorno del compleanno di Maradona. Lei voleva che lui andasse allo stadio, Morla invece si rifiutava. Il risultato è stata la triste immagine di un Maradona che aveva difficoltà estrema per muoversi e ragionare. C’era qualcosa che non andava bene. "Bruttissima figura. Sospettavo da tempo che una cosa del genere potesse accadere. Non so chi prende le decisioni, ma portarlo allo stadio in quelle condizioni è stato di cattivo gusto", si lamenta il suo preparatore fisico storico, Fernando Signorini.
Allarme Diego
—"A lui mancano molto i genitori, e si tratta di una persona tendente alla depressione, bisogna stare attenti", ha detto Alfredo Cahe, medico di Diego per 30 anni, adesso lontano dal nuovo entourage. Sono diversi quelli che denunciano, alcuni pubblicamente e altri sottovoce, che Diego è blindato da Morla e senza alcun controllo. Non gli arrivano i messaggi né le telefonate. "Invece di festeggiare i compleanni, con Diego si dovrebbero celebrare i complegiorni. Ogni giorno nella vita di Maradona equivale a un anno della vita di una persona qualsiasi. So che lui rinascerà, perché è come una fenice. E perché mi ha promesso che sarebbe lui a venire al mio corteo funebre e lui non mi ha mai tradito", aggiunge Signorini. "Può essere stancante essere il medico di Maradona. Non gli si può imporre cosa fare, lo si deve convincere. Accetterà solo quello che gli pare logico. Praticamente bisogna infilare le medicine in bocca», ha assicurato Cahe.
Riabilitazione
—Il Gimnasia giocherà domenica prossima contro il Velez. Per Maradona inizierà un’altra sfida, quella della riabilitazione. Si sono già offerti da Cuba e Venezuela, alleati incondizionati di Diego nel passato. Per ora non si pensa a farlo viaggiare. Ma se rimarrà a casa dovrà essere monitorato permanentemente dai medici. I tifosi che urlano sull’Avenida Maipù non vogliono neanche saperlo. Esultano come se non ci fosse un domani.
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