Il centrocampista del Wigan, nordirlandese allenato in passato anche dal Trap: “Vedevo tante cose in lei che vedevo in me stesso”. Il test Asd ha confermato la diagnosi
Il padre calciatore scopre di avere tanto, anzi quasi tutto, in comune, con la figlia. Anche la malattia. È quanto accaduto a James McClean, classe 1989, che nel maggio 2012 era già stato protagonista di un episodio che aveva avuto una certa rilevanza. Dopo aver giocato con l’Under 21 nordirlandese, lui che è nato a Derry, decise di dire sì a Giovanni Trapattoni, che l’aveva convocato per gli Europei in Polonia e Ucraina con la nazionale d’Irlanda.
LA RIVELAZIONE
—Stavolta la situazione che coinvolge il centrocampista McClean, che dal 2021 gioca nel Wigan - squadra che milita nella Championship, seconda divisione del campionato inglese - è più familiare. Intima. Ha scoperto infatti di avere una forma di autismo grazie... alla figlia di 4 anni. E lo ha voluto rendere noto su Instagram: “Come tutti sapete, mia figlia Willow-Ivy è autistica. Gli ultimi 4 anni mi hanno cambiato la vita nel modo più sorprendente, ma è stato anche molto difficile a volte, mentre suo papà la guarda superare tutti questi ostacoli che la vita le ha posto, imparando a gestire le sfide che affronta quotidianamente. Più Erin e io apprendevamo sull’autismo, più abbiamo iniziato a capito che ero molto simile a Willow più di quanto pensassimo. Vedo tante cose in lei che vedo anche in me stesso. Così ho deciso di andare a fare un apposito esame (Asd, ndr). È stato un viaggio e ora avendo una diagnosi certa, sento che è arrivato il momento di condividerlo, visto anche il periodo (la settimana dal 30 marzo al 5 aprile è quella della sensibilizzazione nei confronti dei Disturbi dello Spettro Autistico, ndr). Ho riflettuto per un po’ di tempo se renderlo pubblico e condividerlo, come ho fatto per Willow-Ivy, per farle sapere che capisco e che essere autistico non deve mai impedirle di raggiungere i suoi obiettivi e sogni. La bimba di papà”. E il papà da questo momento in poi, tra un dribbling, un cross e un rinvio difensivo e un altro, saprà affrontare ancor meglio il disturbo della figlia perché è un “avversario” che conosce bene anche lui.
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