La sentenza del Collegio di Garanzia del Coni aveva reso definitiva l’inibizione del dirigente ex Juve, attualmente agli Spurs, per 30 mesi. Levy: “È stato un periodo molto stressante per Fabio e per la sua famiglia. È un uomo che vive e respira calcio: gli auguriamo tutto il meglio”
Alla fine si è arreso, almeno per il momento. Fabio Paratici ha deciso di dimettersi dal ruolo di direttore sportivo del Tottenham, dopo che ieri il Collegio di Garanzia ha respinto il suo ricorso contro la squalifica di 2 anni e mezzo che la Figc gli ha comminato per il suo ruolo nel caso plusvalenze Juve. Resta aperto un contenzioso con la Fifa su come quella squalifica è stata estesa a livello mondiale, ma Paratici ha deciso di fare lo stesso un passo indietro visto che al momento gli è proibita a livello mondiale qualsiasi attività legata al calcio, per “concentrarsi sulla sua posizione legale in seguito alle decisioni di Figc e Fifa” come ha annunciato il Tottenham nel comunicato diffuso attorno alle 9.15 italiane.
Le parole
—“È stato un periodo molto stressante per Fabio e la sua famiglia - sono le parole di Daniel Levy, presidente del Tottenham, contenute nel comunicato diffuse dalla società -. Volevamo che la giustizia sportiva facesse il suo corso prima di prendere qualsiasi decisione. Fabio è un uomo che vive e respira calcio: gli auguriamo il meglio. Diversi mesi fa abbiamo comunicato una ristrutturazione del club a livello dirigenziale e la settimana scorsa abbiamo annunciato l’assunzione di Scott Munn come capo delle operazioni legate al calcio (sarebbe stato il superiore di Paratici, ndr): continueremo il rafforzamento del nostro staff dirigenziale nei prossimi mesi”.
L’ULTIMO APPELLO
—Per Paratici resta aperto un contenzioso con la Fifa, un appello che se vinto gli avrebbe permesso di continuare a lavorare per il Tottenham, seppur con un ruolo ridotto. Nell’estendere a livello mondiale la squalifica che gli ha comminato la Figc, infatti, la Fifa l’ha trasformata in uno stop che riguarda “ogni attività legata al calcio”, mentre la sanzione della federcalcio è molto specifica su quello che Paratici può o non può fare, consentendogli ad esempio di frequentare il centro di allenamento, di dare input alla società in termini di mercato pur non potendo essere presente alle trattative, addirittura di rappresentare il club nelle assemblee di lega in cui si parla di questioni finanziare. Dettagli che avrebbero fatto tutta la differenza del mondo, permettendo a Paratici di continuare quel rapporto col Tottenham iniziato nel gennaio 2021. La Fifa dovrebbe esprimersi sul suo appello a giorni, ma il dirigente ha preferito rassegnare le dimissioni.
L’ADDIO
—Paratici lascia il Tottenham in condizioni migliori, almeno a livello dirigenziale, di come l’ha trovato quando è stato assunto nel gennaio 2021. Rispondendo solo a Levy, ha creato una struttura piramidale che ha reso più efficiente ed efficace la struttura societaria, soprattutto per quanto riguarda il mercato. E ha anche fatto in modo che un grande club come il Tottenham non dipendesse da un solo dirigente. Paratici in breve tempo è diventato una figura di riferimento per i giocatori e un ingranaggio fondamentale nel mondo Tottenham. Nonostante la squalifica Figc arrivata a gennaio, Paratici ha continuato a lavorare a pieno ritmo nelle sue mansioni, con la società che gli aveva affidato anche il compito di selezionare il sostituto di Antonio Conte. Il 28 marzo, il dirigente aveva commentato in un video sul sito del club la decisione di separarsi da Antonio e di affidare la panchina a Cristian Stellini: 15 ore dopo, senza preavviso, la Fifa ha annunciato che la squalifica che la Figc gli aveva comminato due mesi prima era stata estesa a livello mondiale. Paratici aveva fatto un passo indietro, prendendosi un periodo di aspettativa nell’attesa del pronunciamento del Collegio di Garanzia, che ha però respinto il suo ricorso. Costringendolo a lasciare il Tottenham.
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