La sconfitta di domenica, con le 5 reti incassate dopo appena 25', ha spinto Levy a cambiare. Squadra affidata a Ryan Mason
Cristian Stellini non è più l’allenatore del Tottenham. L’annuncio è arrivato 24 ore dopo la devastante sconfitta di Newcastle, un 6-1 subendo 5 gol nei primi 21’ che rappresenta la peggior sconfitta degli Spurs in Premier negli ultimi 10 anni. Inevitabile finisse così, con l’ex numero due di Conte messo alla porta e la panchina affidata fino al termine della stagione a Ryan Mason. Con un comunicato firmato dal criticatissimo presidente Daniel Levy in prima persona, che chiude ufficialmente l’era Conte annunciando che oltre a Stellini anche il resto dello staff di Antonio lascia il club.
L’ANNUNCIO
—Sono le 18.23 italiane quando sui propri social gli Spurs pubblicano “un aggiornamento da Daniel”. “La prestazione contro il Newcastle è stata francamente inaccettabile. È stato orribile da vedere - scrive Levy -. Ci sono molte ragioni per cui è successo, e anche se io, la dirigenza, gli allenatori e i giocatori dobbiamo tutti assumercene le responsabilità, penso che alla fine la responsabilità debba ricadere su di me. Ho deciso che Cristian lascerà il suo ruolo assieme a tutto il suo staff. Cristian era stato messo al timone in un momento estremamente difficile della stagione e voglio ringraziarlo per l’atteggiamento professionale con cui lui e il suo staff si sono comportanti durante questa situazione difficile. Auguro il meglio a lui e al suo intero staff. Da questo momento, Ryan Mason assumerà l’incarico di capo allenatore. Ryan console bene il club e i giocatori. Al momento opportuno, daremo aggiornamenti anche sul suo staff. Oggi ho incontrato il comitato giocatori: la squadra è determinata ad assicurare il miglior finale di stagione possibile. Siamo tutti d’accordo che dobbiamo giocare in modo che ci permetta di guadagnarci il supporto dei nostri incredibili tifosi. Forza Spurs. Daniel”.
ADDIO
—L’avventura di Stellini da capo allenatore del Tottenham è durata meno di un mese. Era stato promosso al momento dell’esonero di Antonio Conte lo scorso 26 marzo, tra la sorpresa generale visto che Stellini è un fedelissimo dell’ex c.t. e le aspettative di quasi tutti nel mondo Spurs erano che lo seguisse nel fare le valigie, con la squadra subito affidata a Mason. Stellini, la cui unica esperienza da capo allenatore erano 4 mesi all’Alessandria in Serie C nel 2017, si era guadagnato la sua chance gestendo bene il gruppo durante l’assenza di Conte per la convalescenza dall’operazione alla cistifellea: aveva un rapporto coi giocatori più stretto di quello di Antonio e con la squadra quarta in classifica alla proprietà pareva l’uomo giusto per provare a portare il Tottenham al quarto posto. Il campo ha detto il contrario: l’avventura era cominciata con un pari in casa dell’Everton, subendo una rimonta, a cui era però seguita la vittoria casalinga contro il Brighton, che resterà l’unica ufficiale nel curriculum di Stellini in Premier. Poi il clamoroso k.o. interno contro il Bournemouth e domenica il disastro di Newcastle. Stellini era un segno di continuità con Conte: non era rimasto solo lui, ma l’intero staff di Antonio (ad eccezione del fratello), proponendo le stesse idee e lo stesso modo di fare le cose, ma senza il carisma dell’ex tecnico di Juve e Inter. La sconfitta di Newcastle, in cui gli Spurs hanno provato a cambiare modulo, era troppo pesante perché Stellini non ne pagasse le conseguenze in prima persona. Con lui saluta anche l’intero staff di Conte, chiudendo definitivamente un’avventura durata due anni.
DERIVA
—Questo esonero lascia il Tottenham in una situazione delicatissima. Mason, già promosso traghettatore alla fine dell’era Mourinho, guiderà la squadra a partire dalla gara di giovedì contro il Manchester United fino alla fine della stagione cercando di limitare i danni e di salvare almeno la qualificazione in Europa (quella in Champions, considerando la distanza che si è aperta con United e Newcastle, sembra ormai fuori portata), fondamentale per il futuro del club. Ma il Tottenham è sempre più una squadra alla deriva, sia in campo che fuori, con l’addio di Fabio Paratici che ha tolto un punto di riferimento fondamentale nella gestione societaria e nell’elaborazione delle strategie. Il Tottenham è a un punto fermo sia nella ricerca del nuovo allenatore, con la beffa che ora Mauricio Pochettino, da sempre il preferito dai tifosi, sembra destinato ad accettare la corte dei rivali del Chelsea, sia nelle trattative per il rinnovo del contratto di Harry Kane, in scadenza nel 2024. È soprattutto per questo che una stagione cominciata con tante aspettative rischia di trasformarsi in un disastro destinato ad avere ripercussioni importanti per il futuro.
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