Il tecnico del City: "L'Arsenal è davvero forte e Arteta è bravissimo. Ma non credo che sarà una partita decisiva"

Su una cosa Pep Guardiola e Mikel Arteta, le due menti dietro Manchester City e Arsenal che domani sera si giocheranno la Premier League all’Etihad, sono d’accordo: questa partita non sarà decisiva. “Molto importante sì, ma decisiva no - ha detto il tecnico del City alla stampa di Manchester, confermando un concetto espresso qualche ora prima dall’allenatore dei Gunners a Londra -. Ci sono troppe partite importanti da giocare, per entrambe le squadre, per dire che questa è decisiva”.

FINALE

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Nonostante le parole di Guardiola e Arteta, City-Arsenal sembra proprio una finale. I Gunners ci arrivano da capolista e con 5 punti di vantaggio, ma anche con due partite in più. Il City come una squadra che ha vinto 11 delle ultime 12 esibizioni ed è ancora in corsa per un clamoroso triplete. “Non sarà decisiva, ma è innegabile quanto questa partita sia importante, anche perché ci permetterebbe di recuperare punti - continua Guardiola -. L’Arsenal è una grandissima squadra, una che è attenta ad ogni singolo dettaglio: da come gestisce la palla ai giocatori che mettono in campo, e credo che Mikel abbia dato loro una dimensione diversa. Sono aggressivi, così forti da poter andare in un campo difficile come Anfield e mostrare di essere meglio del Liverpool. Nelle due partite che abbiamo giocato contro in questa stagione abbiamo sentito quanto sono forti. È davvero difficile giocare contro di loro”.

NEMICIAMICI

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Per Guardiola la sfida con l’Arsenal è anche il confronto con Arteta, l’ex allievo diventato amico fraterno e ora primo rivale per il titolo. “Non è cambiato nulla - dice Pep della loro amicizia -. Lui vive a Londra e io a Manchester, quindi ora parliamo sicuramente meno e siamo rivali. Ma questo non cambia quello che provo per lui, l’amicizia e il rispetto che rimarranno per sempre. Ho amici anche in altre squadre: quando giochiamo contro li vuoi battere, ma il rapporto non cambia”. Guardiola lo conferma elogiando il lavoro che Arteta ha fatto all’Arsenal: “È evidente quanto il club sia cresciuto da quando c’è lui - dice Pep -. Io mi considero un allenatore, un uomo di campo, più che un manager. Ho l’impressione invece che Mikel abbia cambiato l’atteggiamento dell’intero club, ottenendo quel supporto dalla dirigenza che è fondamentale per avere successo”.

VOLATA

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Il City di Guardiola di successo ne ha avuto tanto. Ha vinto le ultime due Premier, quattro delle ultime 5, riuscendo sempre a cambiare marcia nei momenti decisivi della stagione. Proprio come sta succedendo ora. “Arriviamo a questo punto sapendo che se perdiamo una partita è finita - spiega Pep -. È un atteggiamento che non avevamo in ottobre o novembre, a differenza della stagione in cui abbiamo fatto 100 punti in cui abbiamo affrontato ogni singola partita come fosse una finale. Da qualche tempo ho la sensazione che quella mentalità sia tornata, e ora abbiamo questa chance, di giocarci la Premier col destino nelle nostre mani, sapendo che se vinciamo questa partita dipenderà da noi”.

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