Il mercato che non decolla e le tante sconfitte nelle amichevoli: l'ex allenatore del Psg non è sicuro di restare a una settimana dall'inizio del campionato
Sarà il Lione a chiudere la prima giornata di Ligue 1. Campionato ormai a 18 squadre, quindi anche più agguerrito a tutti i piani. Il Lione, passato definitivamente nel girone della proprietà americana di Textor, mantiene grandi ambizioni. L'idea è di risalire sul podio, dopo quattro anni di assenza. Un obiettivo affidato a Laurent Blanc, arrivato lo scorso autunno a stagione in corso, ma che adesso non è più sicuro di restare, come annunciato dopo l'ultima amichevole persa ieri con il Crystal Palace di Textor, che non lo apprezza pienamente. Un disamore che Blanc gestisce con il solito pragmatismo, mettendo in discussione la sua presenza per la gara di domenica a Strasburgo.
tensioni
—“Spero che la squadra sia al completo in tempo – ha dichiarato l'ex c.t. dopo il 2-0 incassato in Inghilterra – e che nel frattempo ci sia ancora un allenatore sulla panchina del Lione”. Frase piuttosto chiara, censurata però dal sito del club. Frase che comunque lascia intendere tensioni che alimentano le quinte del club passato definitivamente sotto controllo di Textor dopo un trentennio di gestione del presidentissimo Aulas. La quarta sconfitta consecutiva durante la preparazione ha lasciato l'amaro in bocca a Blanc, esasperato anche dalle voci di mercato che danno in partenza i giovani che ha fatto crescere negli ultimi mesi. Da Lukeba, centrale nel mirino del Lipsia che offre 32 milioni, all'esterno Barcola che piace molto al Psg.
dissapori
—Al di là delle possibili cessioni, Blanc recepisce la fiducia traballante accordatagli dal nuovo proprietario, dopo il passaggio di proprietà. Il Lione, secondo Textor, deve diventare una piattaforma per talenti, pur mantenendo un certo prestigio e mantenendosi con costanza nel giro Champions. Ma il club francese è stato censurato dalla commissione di controllo della Lega che gli ha imposto limiti di mercato e alla massa salariale. Insomma, il tecnico è chiamato a fare miracoli, senza neppure contare su un sostegno pieno da parte del presidente. Da qui la frase sibillina che rivela dissapori a una settimana dall'inizio di una stagione già in salita.
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