Primo capitolo della serie calcistica dopo la relazione trentennale con la FIFA, EA Sports FC 24 prova ad inventare di nuovo la ruota. Ce la fa?
Mesi e forse anni di chiacchiere, ma finalmente ci siamo. Addio FIFA, benvenuto EA Sports FC 24. Anzi, FC 24, come Electronic Arts pensa che lo chiameremo d’ora in avanti. Ci vorrà un po’ per abituarci tutti, è inevitabile, ma intanto la prima reazione – dopo aver giocato giorni e giorni – è che EA Sports si sia sforzata molto di rendere l’idea di un qualcosa di “nuovo” che nasce sotto le ceneri del vecchio.
Il risultato è un prodotto che effettivamente mantiene una grande continuità col passato, nel tentativo forse di non alienare la foltissima userbase di FIFA 23, ma che si rifà anche il trucco in molteplici aspetti per accoglierla in una cornice fresca e “next-gen”.
L’Ultimate Team definitivo? —
Partiamo da Ultimate Team, la modalità a base di carte più giocata nella serie. Non sarà più il FUT che conoscevamo, ma certe cose non sono cambiate: abbiamo ancora punteggi tennistici, anche contro l’IA, ad esempio, e una resa che sul campo rispecchia più l’idea di un fantacalcio che quella di uno squad builder credibile come un Football Manager.
La curva d’ingresso quest’anno è un po’ più ripida: il gioco ci dà tre calciatori dalla nazione scelta e poi chi si è visto, si è visto, con nella nostra esperienza una partenza addirittura da zero crediti e priva dei pacchetti che raddoppiavano le ricompense. E la progressione non è aiutata dal fatto che, almeno in questa fase iniziale, i prezzi sul mercato paiono elevatissimi, con alcuni colpi della passata stagione (Anguissa, per fare un nome) tristemente “neutralizzati” da FC 24 con una base d’asta folle.
In campo, non si può non notare la mole di pubblicità elevatissima: Amazon Prime, Pepsi, PlayStation, Uber Eats, non solo sui cartelloni a bordo campo ma pure nell’interfaccia – in particolare col primo brand sembra esserci una sponsorizzazione in atto. Non sorprende più di tanto, quindi, che EA abbia spinto per la separazione con la FIFA, desiderosa di prendere una direzione che in questo senso somiglia a quella di NBA 2K.
Quella delle Evoluzioni è una bella intuizione, che specie nelle prime battute dà un senso alle carte meno nobili: ci siamo impegnati per far crescere i parametri di un difensore bronzo, ad esempio, perché già migliorarne i singoli parametri e vedere una carta “speciale” in campo ti dà un bonus gradevole. In più, ci sono due-tre sfide da completare collegate a quella carta, che sono semplici e alla portata (per ora). Questo, collegato all’aumento (sempre per ora) dei prezzi sul mercato, è come se EA Sports volesse spingere su una componente RPG maggiore, più vicina al Dream Team di eFootball.
Le squadre miste su EA Sports FC 24 —
Promossa anche la nuova gestione delle posizioni, ora molto più naturale: i calciatori possono avere adesso 2-3 ruoli, ma pure uno solo a seconda dell’atleta, e una volta che schierata in una determinata posizione con cui è compatibile vediamo la carta cambiare ruolo automaticamente. Un taglio netto sui consumabili che alteravano, spesso fuori controllo (Messi centrocampista ce lo ricordiamo tutti), le posizioni di alcuni dei top player in circolazione.
La grande novità è l’introduzione delle squadre miste e, come ci avevano ampiamente spiegato gli sviluppatori, le calciatrici funzionano esattamente come i calciatori di sesso maschile. Se una donna è bassa e veloce, avrà una buona accelerazione e agilità ma sarà debole e facile da spostare; viceversa, un buon fisica e una maggiore lentezza la vedranno più piazzata ma meno utile in ripartenza. Ne conviene che non c’è alcuna differenza intrinseca tra i due sessi, che portano sul campo le loro caratteristiche e i loro attributi così come misurati nell’ambito delle loro competizioni di provenienza.
Ovviamente, c’è una predominanza del primo tipo, quindi può essere già un’indicazione di un piccolo meta interno e di dove le vedremo eventualmente giocare sul rettangolo verde. Altrettanto ovvio è che, specie nei primi tempi, in tanti si lamenteranno ogni volta che vedranno sbucare una calciatrice da una bustina, magari pagata con FC Points sonanti. Lì starà ad EA fare in modo da renderle appetibili con il mezzo delle promo.
È in definitiva un’aggiunta curiosa e divertente perché tante giocatrici le impariamo a conoscere proprio trovandocele in un pacchetto, ma è anche un effetto novità su un gioco ormai abbastanza prevedibile. Unico appunto: è un po’ più complicato gestire le nostre atlete con la meccanica dell’Intesa se si pensa ai pochi campionati nazionali disponibili. Se vogliamo fare una squadra italiana o di Serie A con una donna è più difficile, semplicemente perché non ce ne sono molte che rispecchiano questi parametri (tutt’altro). Quindi c’è ancora del lavoro da fare, evidentemente, sul player pool.
Palla al centro —
L’interfaccia dentro e fuori dal campo è una delle principali attrattive del gioco, ora molto più asciutta e gradevole. Nei menu serve un attimo per abituarsi ma, con la sua concezione verticale e orientata alle scorciatoie, è tutto molto più a portata di mano, fin dalla schermata di avvio.
Nel nostro provato di EA Sports FC 24 di luglio, avevamo parlato di un gameplay molto più lento, e nella build finale che abbiamo testato queste impressioni hanno trovato conferma. Mentre una maggiore riflessività dell’azione è quello che chiediamo da anni, questo maggiore peso in partenza dei calciatori può essere un po’ frustrante: a volte li vorresti più scattanti e reattivi, laddove capita di sentirli “fluttuanti” e privi di quella precisione millimetrica cui ci siamo abituati dall’introduzione della tecnologia Hypermotion. Secondo EA, questo dipende dal numero di animazioni che sono state aggiunte al primo tocco; ci fidiamo, ma il risultato ha chiaramente pro e contro palpabili.
Sia quel che sia, più del solito ci ritroviamo ad affidarci agli esterni veloci, che hanno spazio e fanno sempre male più facilmente rispetto alle vie centrali: è un grande classico di FIFA, e forse quella nuova pesantezza in mezzo al campo non farà altro che incentivare ulteriormente la tendenza.
Se non abbiamo avuto la sensazione che i PlayStyle abbiano un impatto rilevante rispetto agli attributi e alle performance plasmate lo scorso anno, confermiamo che i portieri fanno molto bene: abbiamo visto tanti interventi a croce e uscite efficaci a terra, e non è mai scontato visti i disastri che sono capitati in tal senso ai vari day one di FIFA.
In Carriera —
La modalità Carriera non ha ricevuto uno stravolgimento di alcun tipo, nemmeno quest’anno, ma ha aggiunto alcune caratteristiche interessanti sotto il profilo gestionale. Il budget è ora unico, e non c’è bisogno di livellare ingaggi e trasferimenti, e gli acquisti paiono più agevoli: se un calciatore si è trasferito da solo un anno in un club, non rifiuterà automaticamente di trattare con noi.
Le filosofie di gioco non hanno un grande impatto sul campo, non riuscendo a spezzare né le caratteristiche dell’utente né (soprattutto) quelle da flipper impazzito dell’IA quando ha deciso di segnare. Una piccola sconfitta sotto la quale finiscono pure gli assistenti, il cui ruolo è inevitabilmente legato a questa innovazione, visto che una volta ingaggiati tendiamo ad ignorarli come abbiamo fatto finora con gli allenamenti. Situazione simile per la visuale da bordocampo che ci permette di vivere il match dalla stessa posizione privilegiata di un mister: è una chicca per fan del calcio giocato, ma realisticamente ci si capisce ben poco, e l’unico vantaggio è che da lì possiamo simulare o passare a giocare la partita vera e propria in un battito di ciglia.
Interessanti e utili, invece, i report pre-gara sulla formazione e sulle statistiche degli avversari: sono effettivamente d’aiuto prima di scendere in campo per sfidarli, al contrario dell’ultima sessione di allenamento prima della partita, che, al pari di quelli settimanali, finiscono solo per accumulare noia e polvere sul medio-lungo periodo. Ferma restando questa convinzione, la possibilità di stabilire un piano di allenamento individuale è invece più appassionante: non ci ha dato troppi pensieri e ha un riflesso sulle condizioni del giocatore (brillantezza vs forma), laddove questi due parametri, specie il primo, erano un po’ casuali in passato.
Bello di notte —
Se ritenevate sospetto il nostro focus su Ultimate Team e Carriera, è perché non c’è molto altro da aggiungere: su alcuni fronti, come Volta e Club (che pure riceve per la prima volta un potenzialmente salvifico cross-play) o il pacchetto di modalità in generale, stona un po’ che non ci siano novità di rilievo in quello che è un autentico anno zero per EA Sports FC.
Come avevamo accennato, FC 24 fa di tutto per dare l’idea di nuovo e, orientato da un concept minimalistico, ci riesce. Fuori dal campo da gioco c’è la nuova interfaccia, intuitiva ed efficace con la sua concezione verticale; in campo c’è la nuova illuminazione, che restituisce un’immagine più calda e definita, la realtà aumentata che porta dati davvero interessanti su come stiamo giocando, e le inquadrature più particolari come la body cam addosso all’arbitro.
Siamo inoltre fan della nuova visuale predefinita, che ci ha inaspettatamente convinti al passaggio dopo anni di devozione ad una soluzione più ravvicinata: più larga e televisiva, rende meglio le proporzioni su entrambe le assi e segue l’azione a tutto campo (a parte qualche sfumatura tardiva sui calci piazzati, ma questo non dipende da lei).
EA Sports FC 24, il verdetto —
La svecchiata alle interfacce e qualche buona intuizione fanno gran parte del lavoro, anche se sul manto erboso il feeling è diverso solo di poco, e non tutte le novità definite tali oppure fattuali riescono a centrare il segno. Ma, anche col “poco” che fa o più semplicemente rimpasta, EA Sports FC 24 è forse uno dei capitoli più freschi della serie.