L'ex difensore di Real Madrid e PSG è subito diventato protagonista nel Siviglia: otto mesi dopo l'addio alla Spagna ecco il ripensamento
Sei partite disputate e due sole sconfitte, una contro l’Arsenal in Champions League e l’altra contro il Barcellona, maturata proprio a causa di una sua autorete.
L’impatto avuto da Sergio Ramos sul Siviglia è stato eccellente. Il difensore classe ’86, tornato in Spagna a settembre da svincolato dopo la non esaltante stagione vissuta nel Paris Saint-Germain, ha dato stabilità a tutta la squadra allenata prima da Mendilibar e ora da Diego Alonso a suon di prestazioni convincenti.
Tra percentuali di passaggi riusciti, coperture difensive e pure pericolosità in zona gol, evidenziata proprio nella gran sfida da ex al Real Madrid, terminata 1-1, Ramos sta offrendo un rendimento anche superiore rispetto agli attuali titolari nella nazionale spagnola. Così proprio quello che sembrava essere un capitolo chiuso potrebbe clamorosamente riaprirsi in vista di Euro 2024.
Del resto è stato lo stesso Ramos ad aprire ad un ritorno in nazionale al termine della gara contro l’Arsenal, esattamente otto mesi dopo l’annuncio dell’addio alla Roja, giunto a due anni dall’ultima partita e dopo non essere stato convocato per Euro 2020: “Tutti sanno quanto sarei entusiasta di tornare. La possibilità c’è e mi dà ancora speranza, ma non dipende da me. Mi sento bene, posso solo continuare a dare il meglio con il mio club" il chiarissimo messaggio lanciato da Ramos al ct De La Fuente dopo il match dell’Emirates.
José María Del Nido Carrasco, vice presidente del Siviglia, ha ammesso che il sogno di Ramos è tornare a vestire la camiseta della Spagna, della quale detiene il record di presenze, ben 180: “È un pazzo a voler tornare in nazionale, ma è così. Sergio è un grandissimo calciatore e lo meriterebbe”.
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