Sul campo, molte emozioni possono impossessarsi di un giocatore. Ci può essere della frustrazione, del rammarico, perché no, un po’ di rabbia. Allo stesso modo ci può essere una gioia smodata dopo un gol o dopo una chiusura difensiva geniale. A seconda dell’importanza della partita, del significato che la stessa ha per un determinato giocatore. E così via. Il problema è che i calciatori, spesso si tende a dimenticare, sono degli esseri umani: giovani, tra l’altro. E le loro emozioni possono portarli a mettere in atto dei comportamenti non proprio esemplari. Marcus Thuram ha sputato a un avversario e papà Lilian non lo riconosce.
IL FATTACCIO – Per un genitore, assistere a un comportamento del genere da parte del proprio figlio rimane sempre uno shock. È difficile riconoscere comportamenti simili in quel ragazzo che si è convinti di aver educato al meglio. Ma Lilian Thuram dovrebbe capire, se non altro per esperienza diretta, a cosa può portare la trance agonistica. Nella partita contro l’Hoffenheim, Marcus Thuram ha sputato all’avversario Stefan Posch. Indignazione generale, giustamente, e arrivano prontamente sei giornate di squalifica, una multa dal suo club (un mese di stipendio trattenuto) e di 40.000€ di multa da parte della federazione tedesca.
LA SPIEGAZIONE – Papà Lilian ha raccontato un po’ il suo stupore in seguito al comportamento del figlio a RCI Guadeloupe. “È completamente comprensibile quello che accade sui media. Stavo guardando la partita, sono rimasto scioccato io stesso. Mi sono perfino chiesto se quello fosse davvero mio figlio. Dopo mi ha spiegato: si stava arrabbiando parecchio così ha insultato l’avversario e senza neanche farlo apposta della saliva gli è uscita di bocca. Ciò che vuole che si noti è che è stato del tutto involontario. Ha detto lui stesso: ‘papà, non volevo che la gente pensasse che sarei capace di sputare a qualcuno di proposito, non ha alcun senso’“. Insomma, bisognerà tenere conto delle dichiarazioni di Thuram Jr. e rendersi conto che quello che è successo non dovrebbe accadere, ma a volte, purtroppo, succede. Anche ai migliori.