La memoria dell’uomosi dimostra spesso corta. Ci sono eventi, però, che rimangono in un’altro “dispositivo di archiviazione”. Non nel cervello ma nel cuore. Uno di questi, soprattutto per gli inglesi, è la vittoria del mondiale di calcio del 1966 e uno dei principali artefici dell’impresa è stato Sir Bobby Charlton. E per lui, da parte dei tifosi, l’affetto trascende lo sport. Per questo, oggi, l’Inghilterra intera è sotto shock per la notizia diffusa da sua moglie Norma: al campione del mondo è stata diagnosticata la demenza.
I PRECEDENTI – Non un bell’anno per gli eroi di quella coppa del mondo. Il 30 ottobre 2020 è venuto un altro protagonista di quella nazionale dei Tre Leoni, Nobby Stiles. Anche lui, nei suoi ultimi anni di vita si era dovuto confrontare con la stessa problematica con la quale, purtroppo, anche Charlton sta convivendo. Di quel gruppo, oltre a Sir Bobby e Stiles anche Jack Charlton, fratello del Pallone d’Oro 1966, Martin Peters e Ray Wilson hanno prima riscontrato la stessa patologia prima di passare a miglior vita. La signora Norma Charlton ha dato la notizia al Telegraph, spiegando che diffonderla potrebbe servire ad aiutare gli altri. Ma in che senso?
CORRELAZIONI – L’incidenza della problematica in quella squadra e negli ex calciatori in generale, ha già messo in moto una macchina. Quella di Alan Shearer, leggenda del Newcastle che nel 2017 ha collaborato con la BBC per la produzione di un documentario sulla correlazione tra i colpi di testa nel calcio e le sindromi cerebrali. E allo stesso documentario ha preso parte anche la famiglia di Nobby Stiles al quale la demenza era stata diagnosticata nel 2016. Shearer ha spiegato che la ricerca andrà avanti e che ci saranno sviluppi. Il caso di Charlton potrebbe rivelarsi un ulteriore indizio a favore della sua ricerca. Interessante, senz’altro. Ma quanto sarebbe stato bello se non fosse stata necessaria…