di Nicolò Pompei –
Ad un punto dalla zona retrocessione, eliminazione storica dalla coppa del Brasile per mano del Cuiabà (squadra di seconda divisione), licenziamenti degli allenatori, giocatori che maledicono sui social i tifosi, elezioni presidenziali all’orizzonte e paura per la loro stessa esistenza. Un 2020 da incubo per il Botafogo che sta attraversando una vera e propria crisi in tutti gli ambiti.
Si è esposto a riguardo una vecchia conoscenza del calcio italiano, Keisuke Honda, oggi membro della squadra brasiliana, che attraverso un post su Instagram, ha manifestato la sua vicinanza al gruppo: “Prima di tutto, di chi è il Botafogo? È un club di ricchi investitori o sponsor? No. Non è il club degli imprenditori che se ne vanno quando le cose vanno male, né di uno straniero come me che se ne andrà dopo un certo periodo. È un club per tutti coloro che amano e sostengono il Botafogo da quando sono nati, e che mantiene vivo quell’amore anche in situazioni sfavorevoli come quella in cui viviamo ora. È il club di tutti. Quindi dobbiamo tutti rendere il club più forte insieme”. Parole forti quelle dell’ex giocatore del Milan, che spera di poter aiutare la squadra a rialzarsi almeno sul rettangolo di gioco. Al di fuori di esso purtroppo la situazione è critica. Felipe Neto, uno dei tifosi più famosi del club e che addirittura sponsorizzava la squadra ha recentemente realizzato una sequenza di tweet in cui ha chiesto aiuto ai fratelli Moreira Salles, miliardari del Botafogo considerati dai tifosi come speranza per una svolta nella storia del club. Se in ambito amministrativo la situazione sembra decisamente immobile e drastica, in campo con l’arrivo del nuovo allenatore Ramon Diaz, si respira un’aria meno pesante, c’è voglia da parte dei giocatori e dell’allenatore di dare una svolta al campionato, di scalare posizioni e di far tornare i propri tifosi finalmente a gioire.