In Spagna non passano inosservate le prestazioni dei due ex terzini dei Blancos e a Madrid iniziano a rimpiangere anche il giovane malagueño

Se a Milano c’è chi si frega le mani, a Madrid c’è chi invece le mani se le morde ogni giorno di più. Tutta colpa, o merito (a seconda dei punti di vista) di Theo Hernandez, Achraf Hakimi e Brahim Diaz, tre giovani che il Real Madrid sta vedendo sbocciare con le maglie di Milan e Inter dopo aver deciso di scommettere su altri elementi. Il francese e il marocchino, ritenuti sacrificabili perché considerati semplici alternative ai titolari, sono stati ceduti per fare cassa e (nel caso del nerazzurro) per tamponare gli effetti della crisi provocata dalla pandemia. Lo spagnolo invece è stato "parcheggiato" in prestito perché chiuso da una pattuglia di attaccanti ed esterni troppo nutrita. Ma dopo quasi metà stagione, con i treni Liga e Champions riacciuffati per i capelli, a Madrid c’è chi osserva con rimpianto l’esplosione di tre talenti lasciati andare forse troppo a cuor leggero.

PROTAGONISTI

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Per carità, nessuno dalla Casa Blanca ha ufficialmente manifestato pentimenti per le cessioni di Hernandez al Milan e di Hakimi all’Inter. Al momento della cessione, nessuno dei due rivestiva un ruolo di primo piano nelle gerarchie della rosa e, nel giro di due estati, il Real Madrid ha incassato una cifra vicina ai 60 milioni. Cifra di tutto rispetto all’epoca, ma forse fin troppo bassa per quanto messo in mostra finora da entrambi. Il francese infatti è assoluto protagonista in rossonero grazie a un percorso di crescita costante che l’ha elevato a ruolo di insostituibile con un "bottino" stagionale di quattro reti e cinque assist tra campionato ed Europa League. In pratica, un contributo decisivo ogni 170’ giocati per il terzino francese divenuto fondamentale nella macchina costruita da Pioli. Percorso e numeri identici anche per Hakimi, che dopo un lieve periodo di flessione a novembre è tornato a dominare sull’out destro di Conte: anche per lui quattro reti e cinque come il rossonero, ma con una frequenza maggiore (un contributo ogni 128’ giocati). Quanto basta perché Milan e Inter possano godersi due autentici colpi di mercato, mentre a Madrid sorge invece il sospetto di aver dilapidato due patrimoni, sia in termini tecnici che economici.

L’ULTIMO RIMPIANTO

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Alla luce di quanto visto negli ultimi quattro mesi, sia Hernandez che Hakimi sarebbero potuti tornare più che utili a un Madrid in affanno e in crisi di risultati fino al recente, salvifico filotto di vittorie. Parte della stampa madrilena e più di qualche tifoso l’ha già fatto presente sulla scia delle prestazioni che i due collezionano di settimana in settimana. Ma As aggiunge anche un altro elemento ai "rimpianti" madrileni: Brahim Diaz. "Il malagueño è andato via perché chiuso da Vinicius Jr. e Rodrygo nel suo primo anno e mezzo a Madrid e - sentenzia oggi il quotidiano madrileno - sta dimostrando tutto il suo valore. Ha scelto di mettersi in gioco in un campionato nuovo e in una squadra in costruzione, ma sta avendo ragione". Sottolineando come "Brahim si sia dimostrato all’altezza quando è stato chiamato in causa, tanto da conquistare una certa continuità", As mette in evidenza i freddi numeri: quattro gol finora per Brahim in rossonero contro i tre di Vinicius Jr. e l’unico messo a segno da Rodrygo, i due che Zizou ha preferito al malagueño. Per Brahim significa una rete ogni 210’ giocati, mentre i due brasiliani impiegano rispettivamente 329’ e 680’ prima di andare a segno. Il malagueño perde solo il confronto degli assist (uno solo rispetto ai sei di Rodrygo e i tre di Vinicius), ma con i quattro gol realizzati finora sarebbe il secondo goleador stagionale del Real Madrid dietro a Benzema. Ecco perché, rivela As, i Blancos avrebbe respinto pochi giorni fa un nuovo tentativo del Milan intenzionato ad acquistare il cartellino dell'ex City. Ma il Milan, c’è da scommetterci, non si arrenderà facilmente.

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