Dal Monaco, all’Arsenal al Real Madrid, vent’anni nei migliori club europei. Lo sciopero del Mondiale 2006 e le liti con la madre, che accusava di essere una fattucchiera

Si ritira il più matto dei calciatori africani, calciatore iconico e figura ieratica, aria da sciamano e parlantina da politico. Uno abituato a comandare, leader di molti spogliatoi che ha frequentato; un tipetto capace di risultare insopportabile, di quelli che fanno sempre come gli pare; un uomo che nei suoi vent'anni e passa di calcio è sfuggito ad un assalto di guerriglieri schivando le pallottole come nei film, ha allontanato madre e fratelli accusati di rubargli soldi e di praticare magia nera nei suoi confronti, ha litigato di brutto con un paio di club, ha pilotato il più incredibile degli scioperi della sua nazionale - il Togo - durante il Mondiale del 2006, ha sempre mescolato finanza e stregoneria, ingaggi milionari e riti voodo, gol e capricci in numero di mille. E' stato un Eto'o mancato, un Drogba con meno fame. E però è anche grazie a lui se il calcio africano ha piantato una bandierina in Europa e ha acquistato peso, credibilità e titoli sui giornali.

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