Luis Fernandez è uno dei volti più rinomati all’interno del Mondo Psg. Ha fatto la storia del club parigino, dapprima come giocatore alla fine degli anni ’70, successivamente ha riportato il club francese tra le squadre migliori d’Europa da allenatore tra il 1994 e il 1996 e tra il 2000 e il 2003.
L’ex centrocampista ha rilasciato un’ampia intervista a Le Parisien in occasione del cinquantesimo anniversario della squadra transalpina. Fernandez ha ripercorso le splendide stagioni trascorse all’ombra della Torre Eiffel, ma ci ha anche tenuto a sottolineare come spera di poter tornare a Parigi in qualità di direttore della nuova accademia che la società sta costruendo.
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La prima esperienza in panchina alla guida del Psg è stata per Fernandez più complicata, era un allenatore giovane con poca esperienza: “Immagino di essere stato scelto per calmare un po’ le cose. Non è stato facile lasciare Cannes. Ma quando il PSG ti offre un lavoro non puoi rifiutare. Guardando indietro forse avrei dovuto aspettare. Non è facile vincere, a 34 anni, alla guida di un gruppo che ha appena vinto il campionato francese. Mi hanno visto entrare e hanno detto: “Siamo appena diventati campioni. Non farai quello che vuoi”. Nella prima stagione , ho fatto in modo di trattenere George Weah, che voleva andarsene, e Rai, che non si sentiva a suo agio in quella dimensione”.
Dopo il primo addio, le strade tra Luis Miguel Fernandez e la società francese si incrociarono nuovamente tra il 2000 e il 2003, quando il Psg poteva contare sull’estro ed il genio calcistico di un campione come Ronaldinho. Il rapporto tra l’allenatore francese e la stella brasiliana non fu mai facile, l’ex centrocampista transalpino racconta anche un aneddoto divertente sul giovane asso brasiliano: “Quando Ronaldinho arrivò al club sapevo già quanto sarebbe stato difficile gestire il giocatore. La prima stagione è perfetta: giocatore perfetto, atteggiamento perfetto. In allenamento, tutti i suoi compagni di squadra mi chiedevano di inserirlo nella loro squadra, perché nessuno di loro voleva essere umiliato per la sua tecnica. È un campione del mondo alla fine del suo primo anno in Francia. Il secondo anno iniziò a fare fin troppa festa. Avrebbe dovuto essere il nostro leader, portarci in cima, trascinarsi fino a vincere il titolo e la Coppa dei Campioni. Ha portato le ragazze nella sua stanza di notte durante un nostro ritiro in Hotel. Eravamo in Hall con il personale dell’albergo: abbiamo visto arrivare quattro ragazze. Ho chiesto al mio assistente, Eric Blondel, di seguirle e sono andate tutte nella stanza di Ronnie “.