Il primo allenatore racconta a SportWeek la voglia di sfondare dell’Erling bambino: "Era un talento anche nel salto in lungo. Una cometa così passa ogni cent’anni"

Haaland se ne andava in giro per le vie di Bryne come Jamie Bell in Billy Elliot. Arrivava al campo con gli scarpini appesi al collo e il borsone sopra la spalla, spavaldo e sicuro. "Andava già a letto presto". A quei tempi era un fuscello secco secco con due gambe lunghe e fini, il baricentro alto, un naso a patata riconoscibile e i capelli chiari di un biondo polare, tipico del Nord Europa. "Infine gli occhi, curiosi e attenti, di quelli che hanno dentro una scintilla".

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