Parole destinate a gettare ulteriore benzina sul fuoco sulla gestione del mancato rinnovo di contratto che ha portato Messi lontano da Barcellona. 

L'addio di Messi non poteva non lasciare strascichi. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche societario. Le polemiche per l'addio della Pulce, che, per sua stessa ammissione, aveva anche accettato di dimezzarsi lo stipendio pur di restare in Catalogna sono destinate a proseguire per lungo tempo. Anche perché lo strappo ha generato un terremoto anche all'interno dei soci del club catalano. E qualcuno. come Llopis, si è anche dimesso per poi spiegare, non senza polemiche, il proprio punto di vista. Come riportato dal Barca Times le sue parole sono destinate a gettare ulteriore benzina sul fuoco sulla gestione del mancato rinnovo di contratto che ha portato Messi lontano da Barcellona.

DIMESSO - Smessi i panni da dirigente Llopis ha parlato da tifoso, senza risparmiare parole al vetriolo. "Mi sono dimesso per avere la libertà di dire quello che pensano tanti tifosi. Esigo trasparenza, che a mio avviso non c'è stata. Non si è fatto tutto quello che si poteva fare per trattenere Messi. Tutti hanno potuto percepire la freddezza dei rapporti che sono intercorsi fra Messi e Laporta. Non è stata detta la verità, vogliamo sapere cosa sta tramando Laporta con Perez. Capisco che la Superlega sia un grande progetto ma si tratta di un qualcosa di incerto e non si capisce perché, mentre i tifosi piangevano per l'addio di Leo, Laporta era impegnato  con il presidente del Real Madrid".

GESTIONE - Llopis non lascia spazio alle interpretazioni. La gestione non è stata all'altezza della situazione. "In questo club non ci sono le persone adatte a gestire questa crisi: cacciare via Messi è stata la cosa più facile mentre non è stato fatto niente in casi come quelli di Umtiti, Coutinho o altri senatori dello spogliatoio. Risolvere uno di quei contratti sarebbe stato un messaggio importante, da sbattere in faccia a tutti". La situazione debitoria del Barcellona è nota, ma l'ormai ex dirigente rincara la dose. "Ad oggi, se non ci sono riduzioni degli ingaggi, non credo sia possibile acquistare e far giocare Depay. A mio avviso dietro l'addio di Messi c'è la decisione di dirigenti che non conoscono il Barcellona. Non c'è stata la reale volontà di trattare la sua permanenza".

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