I Gunners piegano il Tottenham con Partey, Gabriel Jesus e Xhaka. Il solito Kane non riesce a scuotere i suoi
L’Arsenal è una cannonata. I Gunners stendono 3-1 il Tottenham nel derby di nord Londra e si prendono la settima vittoria in 8 partite, allungando in vetta a quota 21 punti. La squadra di Arteta domina, decisamente meglio organizzata di quella di Conte, che perde per la prima volta in stagione mostrando anche qualche difetto di costruzione. Quella dei Gunners invece è una vittoria di squadra, di un gruppo che continua a crescere e che con quel successo di prestigio mancato fin qui si conferma grandissima. Quello che il Tottenham non sembra ancora essere.
LE CHIAVI
—L’Arsenal ha dominato. Aggressiva dall’inizio, non ha mai permesso alla squadra di Conte di giocare a modo suo, se non negli ultimi 15’ del primo tempo. Quando Partey ha messo l’1-0 dopo 20’, la gara sembrava segnata. La reazione del Tottenham, col rigore di Kane (primo nella storia della Premier con 100 gol fuori casa), l’ha riaperta, ma nella ripresa i Gunners hanno fatto vedere di essere più avanti, col gol di rapina di Jesus dopo 4’ e l’espulsione di Royal poco dopo: due colpi da k.o. per gli Spurs. I Gunners con questo successo allontanano i dubbi sul loro reale valore: sono una squadra da corsa, con tutto quello che serve per essere grande anche oltre un semplice posto tra le prime 4. Il Tottenham perde l’imbattibilità (i punti in classifica sono sempre 17) e un po’ del credito che aveva costruito: perché non è mai stata in partita, mostrando solo per 15’ quella grinta che le aveva permesso di arrivare imbattuta alla sosta. L’assenza di Kulusevski è stata pesante perché ha tolto opzioni offensive a Conte, ma la squadra non ha girato: Kane troppo solo in attacco, la difesa troppo incerta (incluso Lloris, stranamente) per non accusare l’enorme potenziale offensivo dell’Arsenal. Jesus (il migliore) e Zinchenko hanno confermato di essere ancora una volta gli ingredienti segreti della crescita della squadra di Arteta: la loro esperienza, personalità e abitudine alle grandi partite è l'ancora a cui si aggrappano i compagni nei rari momenti difficili e lo stimolo a essere migliori. E l’Arsenal grazie soprattutto a loro gioca con quella sicurezza che il Tottenham ancora non ha.
LA PARTITA
—L’Arsenal domina in avvio ma concretizza la sua netta supremazia solo al 20’, quando Partey sblocca con un imparabile destro dal limite. Il gol subìto sveglia il Tottenham, che trova il pari al 31’ con Kane su rigore, concesso per un fallo di Gabriel su Richarlison. La partita diventa più vivace, ma la ripresa ricomincia da 1-1 e con l’Arsenal che preme. Il gol stavolta arriva subito: lo firma Jesus al 49’, approfittando di un pasticcio di Lloris e Romero. Le cose per il Tottenham si complicano ulteriormente al 62’, quando Emerson si prende un rosso diretto per un brutto fallo su Martinelli. Prima che Conte riesca ad aggiustare i suoi Spurs, Xhaka al 67’ firma il 3-1 con un bel sinistro da dentro l’area. È il colpo del k.o., perché il Tottenham è troppo scosso per reagire e all’Arsenal basta aver dato un segnale di quanto è forte.
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