Il colombiano in questi giorni a Parma: "La pallonata al presidente, le notti infinite. Andavo a letto tardi, e quasi mai da solo, mi svegliavo tardissimo. Il campionato di adesso? Lo vincerà il Napoli, mi piacciono Osimhen e Leao ma..."

Tornare in Italia, per lui, è come entrare nel suo luna park preferito. E ogni anno lo fa, rispettando una tradizione e una promessa fatta agli amici di sempre. Faustino Asprilla sbarca a Parma ed è subito festa. Quando c’è lui e dove c’è lui, non esistono orari, non esistono impegni: soltanto allegria. È come se un pezzo di Colombia si fosse trasferito qui in Emilia, al freddo e al gelo, "ma non importa, ci penso io a scaldare l’ambiente". E la vita, almeno per una settimana, è monopolizzata dalla sua presenza. Mangiate, bevute, balli, infinite partite a briscola ("non siete mica migliorati, vinco sempre io..."), foto, autografi, chiacchierate fino a che non arriva l’alba e allora, soltanto allora, è concesso appoggiare la testa sul cuscino e lasciarsi andare al sonno. "Ragazzi, vi ricordate quando ho ucciso il presidente Pedraneschi?".

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