Un punto è meglio che niente, specie se ti tiene fuori dagli ultimi quattro posti in classifica. Potrebbe esserci pure soddisfazione per la doppia rimonta, mentre invece è la rabbia a farla da padrone perché, come vedremo, il FOGGIA era in possesso di palla quando ha poi subito due reti in casa sua. I rossoneri si schierano col 3-5-2, con freno a mano tirato rispetto al 3-4-1-2, ma è giusto così, perché la Turris è più avanti in classifica con i suoi 14 punti.
Nonostante il 3-5-2 il FOGGIA va a “prenderli alti”, li pressa bene nel primo quarto d’ora. I corallini sono guardinghi, confusi ed impauriti. Spesso si rifugiano in fallo laterale, ma il FOGGIA non tira in porta mai. Ovviamente Dell’Agnello e Balde dalla panchina non possono tirare. Toccherebbe a D’Andrea, ma non gioca bene. Si sente urlare Marchionni che col Bisceglie era rimasto muto. La Turris visto che il FOGGIA non ne vuole sapere di segnare si porta in avanti e dopo una rete divorata ed una traversa colpita segna al 17° segna il gol del vantaggio con Longo. Il guaio è che il pallone lo aveva Gavazzi al limite della propria area di rigore e lo ha perso.
Ora saranno contenti i filosofi, i filantropi, i luminari, gli scienziati, i tuttologi che sanno solo storcere il muso se in serie C si tira la palla lunga. Ecco che succede se si vuole giggioneggiare. Gavazzi fa un errore gravissimo! Forse non sa che quella maglia rossonera col numero 4 oltre che da Capitan Pirazzini è stata onorata da Bettoni, Trovatore, Labate, Manicone, Di Biagio e Ghedini. Per fortuna le castagne dal fuoco le leva Curcio con una rete da antologia che serve solo per andare al riposo in parità.
Nella ripresa il FOGGIA dà l’impressione di voler provare a vincere, ma c’è il secondo errore da matita blu. Lo commette Kalombo, recidivo plurimo, che cincischia poco oltre la metà campo avversaria perde palla e dà il là al micidiale contropiede corallino che trafigge Fumagalli. Al 23° è il solito rigore che permette al FOGGIA di non perdere la partita. Lo procura D’Andrea, nell’unico lampo in tutta la gara. Lo trasforma Curcio. Doppietta per lui che diventa il 150° doppiettista della centenaria storia rossonera e che al terzo rigore trasformato raggiunge al 32° posto dei rigoristi rossoneri gente come Carrara, Cittadino, Colombo, Geraci, Grilli, Iemmello, Leonzio, Libera, Orlando, Oshadogan, Sudati, Tivelli, Traspedini e Silvano Villa.
Sul 2-2 la Turris si monta la testa e prova a vincere, ma è proprio la squadra campana a rischiare di capitolare. Balde e Dell’Agnello migliorano la situazione, ma non si segna. Salvi ha delle giocate rapide rispetto al lento e macchinoso Gentile, il quale nel primo tempo aveva costretto alla parata salva risultato il portiere ospite. Si reclama per un altro rigore più certo che dubbio, ma il direttore di gara non se la sente di concederlo. Finisce 2-2, comunque si muove la classifica, comunque a San Martino abbiamo 10 dei 44 punti che occorrono per restare in terza serie, comunque la squadra lotta nonostante i suoi limiti tecnici, tattici ed agonistici.
Ultimo dato statistico dedicato a Curcio. Giunge a 5 reti e compone al momento con Vitale (che ne ha realizzate 2) la coppia dei gemelli del gol edizione 2020/2021 con 7 reti. Tante quante ne realizzarono insieme nel 1926/1927 i grandi eroi Poli e Visentini, rispettivamente con 4 e 3 marcature. Le squadre erano poco più della metà di quelle di oggi e si disputavano meno partite, ecco perché rimane solo una piccola traccia delle loro imprese.
Peppino Baldassarre

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