Dopo il Trapani altri 2 punti persi in casa contro il Catania, con l’aggravante che si era in vantaggio per 2-0. In un clima surreale per la tragica scomparsa dei giovani tre tifosi rossoneri, si gioca col FOGGIA schierato 433. In realtà si ha la conferma che la difesa a 4 è il vestito migliore che si possa cucire addosso a questa squadra.
Il primo tempo contro una delle quattro corazzate del campionato è più che accettabile, avremmo detto ottimo se si fosse agito bene anche negli ultimi sedici metri. Fraseggio, palleggio, aggressività, fisicità, precisione sulle seconde palle. Insomma un primo tempo gradevole, con un velato ricordo del FOGGIA di Maestrelli. Ma ci vuole una palla inattiva per sbloccare con Tascone il punteggio. Palla inattiva procurata dalla caparbietà di Emmausso che lotta come un leone tra 3 avversari che si rifugiano in angolo.
Nel secondo tempo è un altro Catania, pronto a ribaltare la partita. Ma al 51° ancora Tascone, tornato ai livelli della scorsa stagione, in posizione di mezzo destro a metterla dentro di sinistro tra palo e portiere sulla sinistra dell’estremo difensore etneo.
Il FOGGIA finisce qui. Passa al 532, ma i subentrati non danno una mano. Al 68° De Lucia para il rigore calciato da D’Andrea, ma il Catania non si scompone, riprende ad attaccare e schiaccia il FOGGIA nella propria metà campo. Vezzoni, subentrato a Silvestro che aveva rimediato un inutile giallo e che l’anno scorso fece di peggio, gioca più avanti di Zunno schierato fuori ruolo a terzino destro.
Il FOGGIA non riparte mai. La difesa della Pro Vercelli fa acqua da tutte le parti ed all’87° ed al 93° il Catania pareggia. Per fortuna arriva il triplice fischio a salvare il FOGGIA dal KO. Negli ultimi 10 minuti sembrava che il Catania stesse giocando contro la Berretti la partitella del giovedì. Stavolta le sostituzioni hanno dato ragione agli etnei e torto al FOGGIA. Chi di sostituzioni ferisce, di sostituzioni perisce.
Peppino Baldassarre.