FOGGIA nuovamente sconfitto, ma almeno non deve provare vergogna. Troppo forte la Ternana per poter pensare di fare punti. Anzi a differenza di Avellino lo 0-0 è durato 14 minuti in più ed il FOGGIA è stato in partita fino al 62°. Una immensa Ternana fa riscaldamento per il primo quarto d’ora, poi accelera, segna e comincia a fare allenamento. Non solo il FOGGIA non può competere con chi lo precede in classifica, ma questa Ternana è già pronta per la B. La controprova sta nel fatto che Rocca un mese fa era l’unico giocatore del FOGGIA che aveva mercato tra i cadetti. Ebbene Rocca è stato annientato dal centrocampo delle Fere. E’ nel secondo tempo che la Ternana dà il meglio di sé. Dopo il raddoppio comincia a correre, pressa alto, impedisce al FOGGIA una qualsivoglia reazione. Inserisce panchinari che sarebbero titolari ad Avellino o a Bari, piuttosto che a Catania e fornisce uno spettacolo stupendo. Sembra una gara di Coppa Italia tra una squadra di B ed una di A che lotta per lo scudetto, tanto è il divario tra la prima e la sesta pro tempore in classifica. I rossoverdi sono implacabili. Fumagalli evita la goleada, mentre il FOGGIA non tira mai in porta. Allo Zaccheria in tutto il mese di febbraio nessun tiro in porta e questo è un dato che deve far riflettere molto. Unica consolazione è che come nella domenica di riposo, causa fallimento Trapani, chi affronta la Ternana resta fermo un giro come nel giuoco dell’oca. Nei minuti di recupero la Ternana mette il turbo, mentre Del Prete salta il derby di Bari. Già ammonito e sullo 0-2 ha la felice idea di prendere per la maglia un avversario. Complimenti a squadra e soprattutto società rossoverde. La Ternana ha deciso: quest’anno vinco io. Se ne è infischiata del minutaggio, Bandecchi con quei soldi può comprarsi le caramelle, ha preso gente di categoria superiore e domina il campionato dove le altre società vivono alcune nell’incompetenza e molte altre nell’indigenza, anche causa Covid. Congratulazioni Ternana. A vederti dal vivo sei ancora più bella di quanto la classifica non vada significando.
Peppino Baldassarre