Poker di vittorie e pokerissimo di reti 5-2 al Campobasso seconda manita consecutiva e miglior attacco di tutti e tre i gironi di Serie C. FOGGIA sempre settimo in classifica, ma con playoff ipotecati. Resta da vedere la posizione nella griglia di partenza. Pronti via e Merola dopo tre minuti porta in vantaggio il FOGGIA che però non fa tesoro di questo vantaggio iniziale, anzi al 19° ed al 45° il Campobasso capovolge il risultato approfittando di una difesa rossonera allo sbando. Se il miglior attacco del girone capitalizza solo il settimo posto ci sarà un perché e questo perché è la difesa distratta e disattenta. Parliamoci chiaro, se la difesa continua così nei playoff possiamo solo fare una breve comparsa. Nell’intervallo Zeman attua 3 sostituzioni: fuori Garattoni e Rocca fuori fase ed uno spento Rizzo; dentro Martino e Garofalo a rinvigorire la catena di destra e soprattutto Nicolao a sinistra. Altro gol lampo di Merola che realizza la seconda doppietta in maglia rossonera ed il suo nono gol in sole 24 presenze. E’ la rete del 2-2 che riaccende la speranza nei cuori rossoneri. Il Campobasso forse si era illuso di poter vincere, ma comincia ad andare in crisi. I lupi disidratati chiedono acqua in continuazione alla propria panchina, mentre il FOGGIA corre. E’ un tiro al bersaglio ma il pallone non vuole entrare. Ferrante sembra vittima della macumba. Zeman in sala stampa dirà a proposito dell’attacco che sbaglia ancora troppo. Finalmente al 19° Sciacca la mette dentro e lo Zaccheria esplode per il 95% dei presenti. Garofalo segna al 43° ed infine Curcio fa cinquina al 95°. Sciacca è alla sua prima marcatura col FOGGIA, Merola come dicevamo alla nona, Garofalo alla quarta ed infine Curcio alla venticinquesima che lo porta a raggiungere Di Fonte e Traspedini al 29° posto dei marcatori rossoneri di tutti i tempi. Interessante la posizione di Curcio e Ferrante tra i gemelli del gol ne sommano 26 (11+15) come Sudati 14 e Montanari 12 nel 1934/35 o Mazzeo 19 e Beretta 7 nel 17/18. Ovviamente non si esulta. Bisogna pensare alla Vibonese.
Peppino Baldassarre