Importante e sorprendente vittoria del FOGGIA sul Bari. Il successivo percorso del campionato ci dirà se sarà stato un successo scacciacrisi. Ventotto anni e tre ore fa lo era stato. Primo novembre 1992: FOGGIA-Parma 1-0 Biagioni su rigore nella stessa porta in cui Curcio dagli undici metri ha mandato Frattali a raccogliere la sfera in fondo al sacco. Era un testa coda e si poteva perdere, ma bisognava salvare almeno la faccia. Il FOGGIA è andato ben aldilà delle più rosee previsioni.
A prescindere dal risultato, nella prima mezzora si è vista una squadra che ha tutte le carte in regola per potersi salvare. Innanzitutto il centrocampo. Salvi voto 9 è stato superlativo, davanti alla difesa in fase di interdizione e di impostazione. Rocca voto 7 da solo ha prodotto tutto ciò che Garofalo e Vitale messi assieme non riescono a produrre. Di Jenno voto 8 sulla fascia. Kalombo voto 6,5 sulla destra ha compiuto il suo dovere, sia da solo che in modalità catena.
Francamente il Bari di Auteri ci ha capito poco o niente. Non basta un fuoriclasse come Antenucci, giocatore di un altro pianeta rispetto alla terza serie per vincere il campionato. Per dare un’idea di cosa abbia fatto Atrenucci da solo dobbiamo risalire a due anni fa e ricordarci la prestazione di Pazzini del Verona. Fino al vantaggio il FOGGIA è stato ordinato, motivato, grintoso e attento. Insomma il miglior FOGGIA del campionato.
Curcio si è procurato il rigore della vittoria da egli stesso trasformato. Le punizioni le calcia tutte fuori, ma su rigore implcabilmente gonfia la rete! La ripresa è un monologo biancorosso, ma la retroguardia rossonera è bene attenta. Con un po’ di ritardo vengono effettuate le sostituzioni. Rocca va in riserva di carburante, mentre Balde Balde e Dell’Agnello in attacco mettono in apprensione la difesa ospite in luogo di un non brillante D’Andrea e di un evanescente Naessens.
Vince il FOGGIA con pieno merito. Festeggiano Ternana e Teramo in classifica. Ultima annotazione: gara temporaneamente sospesa per 7 minuti sul finire del primo tempo. Si erano spenti ex abrupto tutti i riflettori, proprio oggi che avevamo cominciato a vedere qualcosa…
Peppino Baldassarre