I Blaugrana ribaltano il 2-0 dell'andata grazie a Dembélé e a un lampo di Piqué al 94'. In mezzo una traversa di Alba e un rigore parato da Ter Stegen prima della zampata decisiva di Braithwaite nei supplementari, con gli andalusi in 10 contro 11
Resta un Barça imperfetto, ma il carattere e l'orgoglio a volte bastano a compensare. E' quanto accaduto questa sera al Camp Nou, dove i catalani hanno centrato una rimonta che ha il sapore dell'impresa, perché confezionata contro un Siviglia che aveva raggiunto la semifinale senza subire nemmeno un gol. Invece gli andalusi vanno al tappeto per ben tre volte sprecando il 2-0 ottenuto all'andata, con beffa inclusa nell'ultimo minuto di recupero. Piqué eroe di serata, ma prima ancora è Ter Stegen a fare la differenza parando un rigore che avrebbe scritto tutt'altra storia. Al Camp Nou si vede un po' di tutto, compresa una traversa di Jordi Alba, ma alla fine è festa blaugrana in una serata che vale la settima finale di Coppa del Re consecutiva.
STRATEGIE
—Con la testa sospesa tra le elezioni presidenziali in programma nel fine settimana e l'arresto dell'ex giunta direttiva, il Barça si giocava 90' da dentro o fuori per non dire addio a un altro obiettivo stagionale, quello divenuto quasi una questione personale negli ultimi anni. Per farlo, Koeman ha puntato sullo stesso undici che ha già piegato gli andalusi quattro giorni fa in campionato, con tre centrali a coprire Ter Stegen e la coppia Dest-Alaba all'altezza della mediana per fare su e giù sulle fasce. Davanti Messi e Dembélé supportato alle spalle da De Jong e Pedri, con Busquets a fare da frangiflutti davanti alla difesa. Lopetegui ne ha invece cambiati addirittura sei rispetto all'ultima esibizione, mettendo mani alle corsie laterali, alla mediana (Torres per Rakitic) e a tutta la linea offensiva, dove En-Nesyri ha vinto il ballottaggio con il Papu Gomez.
VOGLIA DI RISCATTO
—La strategia più efficace si è rivelata quella balugrana, quantomeno per gran parte dei primi 45', in cui la squadra di Koeman ha prodotto occasioni a ripetizione. Spinti dall'esigenza di recuperare due reti, i catalani hanno attaccato a testa bassa con buon ritmo e un efficace possesso avvolgente, teso spesso e volentieri a liberare al tiro Dembélé. Non a caso le prime tre chance sono capitate tutte sui suoi piedi prima del tentativo buono, quello al 12' su uno splendido destro dal limite che ha beffato Vaclik sul proprio palo infilandosi sotto l'incrocio. Poi ancora tanto Barça nonostante l'atteggiamento spregiudicato degli andalusi, che hanno finito per pagare l'eccessivo sbilanciamento.
ALL'ULTIMO RESPIRO
—Il Siviglia di Lopetegui non è squadra abituata a speculare, ma nella ripresa ha capito che conveniva chiudersi per evitare ulteriori rischi. Gli andalusi sono quasi riusciti ad addormentare la partita, quando uno spunto di Dembélé sulla destra e il conseguente sinistro al volo di Jordi Alba stampatosi contro la traversa ha improvvisamente riacceso gli animi al 67'. I catalani hanno poi evitato l'harakiri al 73' grazie a Ter Stegen, che ha bloccato un rigore di Ocampos indovinando l'angolo del tiro concesso per fallo (netto) di Mingueza sull'argentino. Un mezza prodezza per il portiere tedesco, che ha così concesso un altro quarto d'ora ai compagni per centrare quantomeno i supplementari. Il regalo del tedesco non è stato sprecato. A capitalizzarlo, subito dopo l'espulsione di Fernando per doppia ammonizione al 92', è stato l'insperato raddoppio di Piqué al fotofinish, con un colpo di testa vincente nell'ultimo assalto a pochi secondi dal fischio finale. La superiorità numerica e la rimonta completata hanno poi messo le ali a un Barça che ha continuato a premere sull'acceleratore, cavalcando l'entusiasmo e trovando addirittura il 3-0 al 95' grazie a un bel colpo di testa in tuffo del nuovo entrato Braithwaite su cross dalla sinistra di Alba. Per il Siviglia non c'è stato più nulla da fare. Non è servito nemmeno l'ingresso del Papu Gomez, perché le ultime speranze si sono spente insieme alla energie residue.
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