Prima conseguenza della scelta la non convocazione del francese per la partita di Copa del Rey di questa sera a Bilbao

Corrispondente da Madrid Filippo Maria Ricci @filippomricci

Non poteva finire peggio. Xavi non ha convocato Ousmane Dembélé per la partita di Copa del Rey di questa sera a Bilbao, e il club, per bocca del suo ds Mateu Alemany, ha invitato il francese a cercarsi una squadra negli 11 giorni che restano di mercato.

Un affarone (per il Dortmund)

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Dembélé al Barcellona è costato oltre 140 milioni di euro, versati frettolosamente al Borussia Dortmund nel 2017 quando il club tedesco un anno prima per il francese aveva pagato appena 15 milioni al Rennes. Un affare colossale per il club tedesco. Un flop mostruoso per quello catalano. Dembélé ha iniziato a far parlare di sé per i motivi più sbagliati, tra distrazione e indisciplina, junk food e pessime abitudini, e ha iniziato a farsi male. In maniera ricorrente, e spesso grave.

Tra l’anarchia e il Mondiale

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Quando è tornato ha sempre dato l’idea di poter essere un potenziale crack, e nel mentre ha anche vinto il Mondiale con la Francia. Ma è sempre parso un talento anarchico, poco incline alla disciplina tattica richiesta al Barça. Così come al Camp Nou è sempre stata messa in questione la sua reale passione per la causa blaugrana. Ora al Barcellona si sono stancati dello scarso interesse di Dembélé per un club che dipende molto da lui, tanto in campo quanto fuori, e hanno deciso di metterlo alla porta.

Meglio di Mbappè

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Il 3 dicembre scorso Joan Laporta parlando in tv si era detto certo del rinnovo di Dembélé: “Sono certo, il giocatore vuole restare qui, perché abbiamo un grande rapporto, per noi è un super giocatore e vogliamo che resti. Io sono entusiasta di lui, per me è meglio di Mbappé”. Boom. Ieri Xavi aveva detto che il tempo per Ousmane era scaduto: “È una situazione molto delicata. L’abbiamo aspettato per 5 mesi, o rinnova o se ne va”.

La sentenza

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Questa mattina l’attaccante non è stato inserito nella lista dei convocati per la trasferta nei Paesi Baschi, e poi Mateu Alemany si è presentato davanti a una telecamera del club: “Dembélé deve lasciare il club il prima possibile. Da luglio gli abbiamo fatto diverse offerte, e le ha rifiutate tutte. Non crede nel progetto, e per questo non è stato convocato. E ora deve andarsene”.

Dissanguato

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Mica facile, perché ha uno stipendio altissimo, e vuole mantenere la sua condizione di privilegio. Vedremo se nei prossimi 10 giorni arriverà un’offerta che il giocatore riterrà valida. Altrimenti lo attendono 6 mesi di inattività, e una libertà costosa per tutti. In primis per il Barcellona, che si è già dissanguato con Coutinho. I due acquisti più cari nella storia del club si sono rivelati disastrosi, in campo e in banca.

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