Qual è il segreto di un allenatore che, seppur giovanissimo, guida una delle big del calcio europeo? Come ottiene il massimo dai suoi calciatori? Molto semplice: facendoli...impazzire in allenamento
Dire che la seconda stagione di Julian Nagelsmann alla guida del Bayern Monaco è iniziata bene potrebbe essere...un eufemismo. I bavaresi hanno portato a casa la supercoppa di Germania contro il Lipsia e continuano a seppellire di reti gli avversari nonostante l'addio di Lewandowski. Ma qual è il segreto di un allenatore che, seppur giovanissimo, ha preso in mano una squadra sì fortissima, ma che aveva bisogno di ripartire con nuove ambizioni dopo aver vinto tutto? Il tecnico lo ha spiegato qualche mese fa in una intervista a ElPais. Parlando alla testata spagnola, il tecnico del Bayern Monaco ha raccontato il suo modo di allenare e spiega come si ottiene il massimo dai calciatori.
Ovvero...facendoli impazzire in allenamento. "In allenamento faccio molti esercizi complicati. Gli impongo regole che provochino il ragionamento, cambio gli spazi, i colori, le porte, il numero dei giocatori, in modo che siano costantemente costretti a prendere decisioni. Un calciatore deve essere in grado di decidere rapidamente cosa fare in campo e in questa maniera si allena a farlo automaticamente. Poi quando il giorno della partita queste regole non ci sono e si gioca undici contro undici, il gioco sembra molto, molto meno complicato rispetto a quanto succede in allenamento. E quindi si ottiene la velocità di reazione che cerchiamo". Molto più facile a dirsi che a farsi, ma dalle parti di Säbener Straße le cose sembrano funzionare.
Di mezzo però c'è anche una visione del calcio, quella teutonica, in cui un giocatore è molto più ligio al dovere e ai compiti di squadra, piuttosto che mettersi...a fare giochetti. E il mini-Mou di Landsberg am Lech ha spiegato perchè. "È una questione di educazione, di come si cresce e di quale significato ha il calcio per la società. Ci sono anche calciatori tedeschi che hanno un grande ego e che lo vogliono mettere in mostra, ma di base la verità è che al Bayern i giocatori sanno che i risultati sono prima di squadra e poi personali, sanno che hanno bisogno l'uno dell'altro. E la loro unità è eccezionale. Questo da una parta è il prodotto di una certa educazione, ma dall'altra anche del fatto che si rendono conto che se vogliono essere i migliori d'Europa devono lavorare come una squadra. Questo è un qualcosa che in Germania i calciatori imparano fin da quando sono bambini, indipendentemente dall'importanza del club: una comunità può sempre avere più risultati di una singola persona". E il Bayern lo dimostra con una certa frequenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA